Voucheristi: quanto guadagnano in un anno?
Una panoramica sul reddito pro capite annuo dei prestatori di lavoro accessorio
di Solco Srl
Ultima tappa del nostro viaggio nel mondo dei voucheristi e del lavoro accessorio.
Nel precedente articolo “Voucheristi: quanto guadagnano?“ facevamo una breve panoramica sulle retribuzioni per singola prestazione accessoria.
Sempre tenendo come riferimento l’arco temporale che va dal 2008 al 2015, analizziamo ora la seconda delle due variabili cui accennavamo la volta scorsa, vale a dire la retribuzione annua pro capite.
Il campione di partenza è sempre lo stesso: 137.588 prestazioni annue per le quali esiste una retribuzione tramite voucher e che si riferiscono ad un totale di 92.941 prestatori di lavoro accessorio.
Stavolta, prendendo in considerazione la retribuzione annua pro capite, e non più quella per singola prestazione accessoria, dalla tabella emerge che:
- La metà del campione dei voucheristi (almeno 45 mila, ndr) ha guadagnato ognuno di quei anni una cifra pari o inferiore a 200€;
- Un buon 25% delle retribuzioni, invece, ha superato un importo pari a 560€;
- Un 10% del campione ha guadagnato ogni anno oltre 1400€;
- Solamente l’1% delle retribuzioni annue ha superato quota 4900€.
Ancora più interessante quanto è possibile osservare da questo secondo grafico relativo alla distribuzione quantifica della retribuzione annua pro capite associata a prestazioni di lavoro accessorio:
Come risulta dal trend della curva presente nel grafico, solamente per l’ultimo percentile del campione preso in esame, che racchiude tra gli 800 e i 1000 voucheristi, le prestazioni di lavoro accessorio sono state una vera e propria garanzia in termini di guadagno, venendosi a configurare come un valido strumento economico-retributivo attraverso il quale riuscire a raggiungere, e in alcuni casi a superare, la soglia di povertà e quella massima stabilita per retribuire il lavoro accessorio, entrambe fissate a 5000€.
I trend osservati, per concludere, non fanno altro che confermare quanto scriviamo e sosteniamo da qualche settimana a questa parte: lo strumento voucher, più che rappresentare una soluzione costante per raggiungere un reddito che permetta di condurre una vita dignitosa, nella stragrande maggioranza dei casi si configura quale strumento di integrazione del reddito stesso.