Voucheristi: quanto guadagnano?
Una panoramica sulle retribuzioni per lavoro accessorio
di Solco Srl
Nel precedente articolo “Voucheristi: quanti e chi sono” facevamo una panoramica per nazionalità, sesso e coorte d’età sulla popolazione dei prestatori di lavoro accessorio, cercando di capire quanti e chi fossero.
Sempre con riferimento ad un arco temporale che va dal 2008 al 2015 e a partire da un’elaborazione empirica INPS, vediamo adesso di prendere in considerazione l’aspetto retributivo delle prestazioni di lavoro accessorio, per poter rispondere alla domanda “Quanto hanno guadagnato i voucheristi in Italia?”.
L’analisi, basandosi su un campione di 744.230 prestazioni che fanno riferimento a 92.241 voucheristi, tiene conto di due variabili, la retribuzione lorda per prestazione accessoria e la retribuzione annua pro capite (che prenderemo in considerazione la prossima settimana).
Dalla tabella qui sopra, che analizza la distribuzione percentile delle retribuzioni lorde tramite voucher, possiamo osservare che:
- La metà delle retribuzioni lorde non supera i 50€, il che significa che il 50% delle prestazioni di lavoro accessorio sono state retribuite con importi pari o inferiori a quello della mediana;
- Tra le retribuzioni superiori alla retribuzione mediana: un 25% oscilla tra 50 e 100 euro; un ulteriore 15% tra 100 e 250 euro a prestazione; il restante 10% supera i 250€, con solo l’1% delle prestazioni che supera un valore pari a 830 euro.
Statistiche che sembrano confermare quanto sostenevamo la scorsa settimana quando facevamo notare come, nella stragrande maggioranza dei casi, la retribuzione percepita attraverso voucher abbia una funzione quasi esclusivamente integrativa.
Ancor più interessante quanto emerge dalla tabella che si riferisce alla distribuzione per quantili delle retribuzioni lorde per prestazioni accessorie:
Salta all’occhio l’impennata che le retribuzioni lorde subiscono in corrispondenza dell’ultimo decile del campione esaminato, dove si registra un picco di oltre 6.500€ per prestazione accessoria.
Un’anomalia che, in un certo senso, perde di importanza se si ricorda che solamente l’1% delle prestazioni accessorie si avvicina o supera la soglia retributiva dei 1.000 euro.
Sempre dal grafico poi, emerge come, su 744.230 prestazioni, il 90% di esse (670.000 circa, ndr) siano state retribuite con meno di 250€, mentre un buon 75% (560.000 circa, ndr) con un importo inferiore a 100€.