Misurare le Soft Skills durante un colloquio di lavoro
8 modi per verificare le competenze trasversali di chi vogliamo assumere
Il tuo candidato ha ottime competenze tecniche ma vorresti verificare se è anche dotato di abilità trasversali?
Saper comunicare, discutere, persuadere, motivare, mediare, essere cortesi e responsabili mantenendo un atteggiamento positivo, sono abilità fondamentali per il successo in qualunque ambito e, soprattutto, sono qualità indispensabili che un neoassunto deve possedere.
Inoltre alcune ricerche dimostrano come il successo lavorativo a lungo termine sia dovuto per il 75-85% alle qualità interpersonali del soggetto (le soft skills appunto), e solo per il 15-25% alle sue competenze e conoscenze tecniche (le hard skills).
Allora come fare per capire se ci troviamo di fronte a una persona dalle grandi soft skills?
Ecco 8 suggerimenti per valutare con rapidità le competenze trasversali della persona con cui state parlando:
1. Indagate le motivazioni per cui cerca lavoro… e non solo.
Cerca un impiego per sbarcare il lunario oppure perché è affascinato dalle prospettive lavorative?
Più sono forti le motivazioni maggiore sarà la probabilità che il nostro candidato diventi un “lavoratore motivato”.
Inutile dire che le aziende hanno un disperato bisogno di persone che credono in ciò che fanno.
Certo le buone motivazioni possono nascere anche cammin facendo, ecco perché in un colloquio è fondamentale raccogliere anche gli hobby e le passioni di una persona.
Questi dati ci raccontano di cosa è capace colui che vorremmo assumere: colleziona francobolli dalla tenera età e ha fondato il club “francobolli rari”? Verosimilmente è dotato di pazienza e grande determinazione.
2. Domandatevi se vi sta persuadendo in qualche modo.
Qualunque sia il mestiere per cui è destinato il nostro candidato, meglio che sia padrone (o almeno consapevole) delle principali tecniche della persuasione: reciprocità, simpatia, riprova sociale, autorevolezza, scarsità e coerenza.
Per capire quanto è abile in tale contesto domandatevi:
- è vestito in modo adeguato al contesto di lavoro in cui desidera entrare? È entrato in sintonia con il “clima” che state offrendo (sorride in un contesto amichevole, è serio e pacato in un colloquio rigido e formale)? Se la risposta è sì, allora sta lavorando (più o meno consapevolmente) sul principio della simpatia.
- Ha fatto emergere alcune caratteristiche che lo rendono in qualche modo unico? Sa bene che la gente apprezza il “limited edition” (sta lavorando sul principio della scarsità).
- Dimostra coerenza tra le parole e i fatti? Riprendendo l’esempio di prima: se dice di essere un appassionato di filatelia ma non conosce la serie dei Gronchi rosa e il suo club ha due iscritti (lui e suo cugino), beh forse non solo è poco determinato ma è anche poco coerente con ciò che afferma.
- Mostra autorevolezza quando espone le proprie competenze tecniche? Come “vende” la propria esperienza o il suo curriculum?
- Se ne ha avuto la possibilità, vi ha offerto qualcosa? Non necessariamente un caffè, è sufficiente una piccola cortesia, un grazie, un sorriso… Se la risposta è sì, allora conosce il potere del principio della reciprocità.
3. Chiedetegli il significato di brainstorming.
Il termine indica un approccio basato sulla libera espressione di idee da parte di un gruppo di persone, allo scopo di risolvere un problema condiviso. Siccome è sempre desiderabile avere in squadra una persona che sappia lavorare con altri, tanto vale scoprire se conosce il brainstorming.
Perché è una tecnica che incoraggia la condivisione di idee, stimola la partecipazione a una scelta comune, rilancia il pensiero creativo e riduce la possibilità di una decisione percepita come autoritaria.
4. Immaginate il colloquio alla stregua di una trattativa.
L’oggetto della negoziazione è l’assunzione stessa. Dunque domandatevi se il vostro candidato propone la chiusura di un contratto win win.
Cosa vuol dire?
Al termine del colloquio avete chiaro che cosa guadagnerete nell’assumere chi avete di fronte? Ma soprattutto, avete capito che cosa potreste perdere lasciandovelo sfuggire?
Se la sensazione finale è quella di avere tra le mani una grande occasione (per l’azienda e per lui)… beh, allora avete avuto a che fare con un buon negoziatore.
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5. Ascoltatelo e guardatelo con attenzione.
Chiedetegli di parlarvi per due minuti di una sua passione, con l’obiettivo di trasmettere quanta più curiosità e interesse possibili.
Mentre lo ascoltate cercate di andare oltre la comunicazione verbale.
Certo la proprietà di linguaggio e la capacità espositiva sono importanti, ma contano meno del 10% nell’abilità di saper trasmettere un messaggio efficace.
Nel suo libro Silent messages, lo psicologo statunitense Albert Mehrabian spiega che un messaggio è poco persuasivo quando il significato delle parole trasmesse è in contraddizione con il comportamento del soggetto.
Riporta inoltre un’interessante equazione: il gradimento complessivo di un messaggio trasmesso di persona dipende per il 7% dal suo contenuto, per il 38% dalla voce, cioè da quella che viene definita una forma di comunicazione paraverbale (tono, volume, velocità e timbro), e infine per il 55% dalle espressioni facciali, dai movimenti e dalla postura, cioè dal linguaggio del corpo.
Il nostro candidato ha una voce convincente, una postura sicura?
Se si definisce “social”, come comunica in rete? Raccoglie consenso?
6. Raccogliete informazioni sul suo spirito altruistico.
Le migliori aziende sono quelle dove tra colleghi ci si aiuta, si collabora, si risolvono i problemi anche attraverso il lavoro di squadra…
Già, ma come fare per capire se abbiamo a che fare con un individuo pro social?
Basta presentargli una semplice domanda: cosa fai tu per gli altri?
Maggiore è la dedizione per il volontariato migliori saranno le probabilità di assumere una persona capace di offrire spontaneamente supporto e raccogliere le richieste di aiuto in azienda.
7. Chiedetegli come gestisce lo stress.
Come dite? Afferma di non essere stressato?? Diffidate di chi vi racconta di non vivere l’ansia e lo stress del caos quotidiano…
Puntereste i vostri soldi su una squadra di giocatori che scendono in campo senza un briciolo di stress? Senza dubbio non sarebbe un buon investimento.
Cercate persone che lo stress lo conoscono e lo sfruttano per migliorare le proprie prestazioni… proprio come fanno i migliori atleti.
8. Mettetelo alla prova.
Generate quel pizzico di stress che potrebbe scatenare ansia in molte persone, come?
Durante il colloquio, al termine di una delle tante risposte date dal candidato, restate in silenzio per circa un minuto. Sessanta secondi durante i quali guardare la persona che avete di fronte, magari con sguardo dubbioso, lasciando trapelare qualche segnale non verbale di perplessità.
Quel momento da voi creato potrebbe generare imbarazzo, inquietudine, magari un pizzico di ansia. Bene! Fate attenzione a come gestisce l’impasse.
Desidero offrirvi di più!
Vi lascio (nei riferimenti bibliografici) un piccolo test da somministrare al vostro candidato per verificare se è in grado di gestire lo stress.
Potete provarlo voi stessi, credetemi, saranno tre minuti del vostro tempo ben investiti!
In cambio vi chiedo una piccola cortesia: raccontatemi, lasciando un commento qui sotto, quali sono le vostre tecniche per valutare le soft skills in chi avete di fronte.
Riferimenti bibliografici
- Mehrabian, A. (1971). Silent messages (Vol. 8). Belmont, CA: Wadsworth.
- Rosso G.L. (2019). Gestire lo stress. Dalla ricerca scientifica tutti i segreti per vivere lo stress quotidiano nel migliore dei modi. Autopubblicato,
- Rosso G.L. (2019). Motivare ed essere motivati. Consigli e dimostrazioni scientifiche per riuscire a motivare chiunque. Autopubblicato
- Rosso G.L. (2019) Le mie Soft Skills – collana completa (Autopubblicato)
TEST
Quanto sei bravo a gestire lo stress
Un punto importante è l’atteggiamento con cui io affronto il colloquio. Arrivo stressato, pieno delle informazioni accumulate negli incontri/attività precedenti? O riesco a svuotarmi pronto ad ascoltare? 2 minuti di focalizzazione e respiro circolare mi aiutano molto a concentrarmi sulla persona che ho davanti e migliorano la mia capacità di ascolto