Public Speaking
Mantenere alta l’attenzione del pubblico in 4 semplici mosse
Secondo Paul Donald MacLean, medico e neuroscienziato statunitense scomparso nel 2007, il nostro cervello è costituito da almeno tre parti: il sistema limbico, il cervello neocorticale e il cervello “rettiliano”, sede degli istinti primari. Quest’ultimo, detto anche cervello rettile, è appunto quella porzione del cervello che servendosi di un sistema binario (o bianco o nero; o bello o brutto) e operando a livello inconscio decide se qualcosa ci appaga o meno. Meccanismi analoghi si realizzano anche durante l’ascolto di una presentazione in public speaking.
Di seguito troverai 4 semplici consigli per non farti cogliere impreparato e diventare un public speaker “piacevole all’orecchio” 🙂 .
1. Fai leva sull’ancoraggio positivo
Prima di lanciarti in una performance di public speaking, dedica un po’ di tempo alla tua psicologia. Se hai già condotto presentazioni di successo, riportare alla mente lo stato emotivo di soddisfazione provato a conclusione potrebbe caricarti dell’energia positiva necessaria per fare centro ancora una volta.
Allo stesso tempo è importante che apprenda come focalizzare l’attenzione su ciò che desideri ottenere, piuttosto che su cosa vuoi non accada. Sarebbe un errore, infatti, pensare qualcosa del tipo “Non voglio sudare durante l’evento” poiché il nostro cervello non riconoscendo la negazione tenderebbe a concentrarsi sulla parola sudore.
2. P come “Preparati in anticipo”!
Nonostante si senta parlare di public speaking solo da qualche anno, questa disciplina non è affatto nuova. Essa risale infatti a Cicerone, filosofo-scrittore-politico del primo secolo a.C., che la argomentò per la prima in una delle sue opere più celebri: l’ “Ars oratoria”.
Secondo Cicerone, la cosa più importante per essere un buon oratore è la padronanza della materia. Studi posteriori, tuttavia, hanno evidenziato come la conoscenza approfondita del contenuto per quanto necessaria vada accompagnata ad un’analisi attenta delle modalità con cui esplicitare ogni singolo concetto.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come attrarre l’attenzione del pubblico e mantenerla per tutto il tempo del discorso prima che smartphone, e-mail e social media catturino l’attenzione? Semplice! Applica la “legge delle tre P”:
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– prepara il tuo discorso. Delineare una scaletta di argomenti, organizzare lo speech e prendersi qualche gorno per provarlo davanti allo specchio o ad un gruppetto di volontari potrebbe aiutarti a ridurre ansia da prestazione ed effetti collaterali. Così facendo, capirai se il tuo discorso è davvero efficace, se il testo è stato elaborato tenendo conto degli interessi del pubblico e se ci sono ulteriori aspetti da migliorare;
– prepara l’ambiente. Hai mai sentito parlare di prossemica? Si tratta di una disciplina creata dall’antropologo Edward Hall che studia la percezione che l’individuo ha dello spazio attorno a sé e di come lo impiega a livello implicito ed esplicito per inviare messaggi. Recarsi anticipatamente nella sala convegni della presentazione e svolgere delle prove in quella sede, oltre che a casa, potrebbe aiutarti a prendere dimestichezza con quel luogo e farlo tuo in maniera più agevole. Ricordati, inoltre, di provare a “giocare con lo spazio”, camminare e fermarti di tanto in tanto sul palco per mostrarti più carismatico e interessante agli occhi (e alle orecchie!) della platea;
– preparati sui tuoi tempi. Compatibilmente con quanto affermato dagli esperti, l’attenzione può essere mantenuta ad alti livelli solo per un breve periodo. E’ per questa ragione che sarebbe utile che concentrassi la descrizione dei punti di maggiore interesse entro i primi 15 minuti della presentazione.
3. Conosci il tuo pubblico
Affinché ti ascolti veramente, è importante che analizzi a fondo il tuo pubblico. In particolare è auspicabile che tu , prima di iniziare a lavorare sul discorso, capisca qual è il livello di istruzione dei tuoi ascoltatori, il perché partecipino all’evento e cosa vuoi che facciano a conclusione dello stesso.
Se sono amici, divertili. Se sono potenziali clienti cerca di accattivarti la loro fiducia e costruire un linguaggio comprensibile ad entrambi per “incontrarli” su di un terreno comune. Se, infine, sono colleghi supportali nell’acquisizione di nuovi apprendimenti affinché possano allargare i loro orizzonti, migliorare nel lavoro quotidiano, riflettere su nuovi temi e continuare a stimarti.
4. Appassi(ό)nati per appassionare
Indipendentemente dalle caratteristiche dei tuoi uditori, cerca sempre una risposta alle seguenti domande: per quale motivo sarai davanti a quella gente? Di quale messaggio intendi farti portavoce? La passione che ci metterai nel parlare sarà visibile dal vigore dei gesti che userai? Traspare preparazione dal tuo intervento? E soprattutto, i tuoi occhi evidenziano interesse e profonda dedizione per ciò che stai facendo?
Insomma, qualunque persona componga la platea cerca di risultare appassionato del tuo lavoro.
Appassionati per appassionare.
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