Professione Recruiter: l’importanza di saper comunicare
Bisogna partire dal proprio “io” interiore per far emergere le potenzialità di chi ci sta intorno.
Lavorare nelle Risorse Umane significa esplorare quelle caratteristiche e capacità che i candidati possiedono ma non riescono a comunicare in modo efficace; è un lavoro ad ampio spettro, insomma: empatia, capacità di team building, comunicazione efficace, team working e leadership sono solo alcuni degli aspetti essenziali per questo mestiere.
Ogni candidato è una vera e propria risorsa , ciascuno con le proprie abilità può essere componente fondamentale di un puzzle, che nell’insieme e completo rappresenti l’azienda come un quadro da ammirare. Ognuno di noi ha un potenziale, ma non è così semplice riconoscerlo e trasmetterlo a chi in quel momento ci sta valutando.
Ci siamo mai chiesti cosa siamo in grado di comunicare?
Ciò che possiamo offrire all’azienda e al mondo è molto più di quanto noi pensiamo, solo dobbiamo rendercene davvero conto e far emergere tutte le nostre potenzialità. Noi siamo, noi possiamo.
Compito di un HR è ricercare talenti, attrarli nella propria azienda e far crescere professionalmente i candidati affinchè possano apportare ricchezza e valore.
Il valore, dunque, non è solo economico, ma anche e soprattutto morale.
Selezionare i migliori candidati vuol dire impegnarsi e unire tutte le forze per costruire un ambiente lavorativo sano, sereno e produttivo, ove è possibile notare un miglioramento del knot knowing e del problem solving, che porterà i neo assunti a lavorare con efficienza ed efficacia, in un clima cooperativo favorevole.
Spesso ciò che pensiamo non sempre coincide con quello che facciamo, è forse per questo che non riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi e a dare il massimo nella performance.
Necessario è dunque liberarsi dai pensieri automatici e limitanti e rafforzare il nostro “io” interiore per dare la giusta immagine di noi.
Un candidato sicuro che ha resettato i pattern quotidiani focalizzando il suo atteggiamento mentale sul vero essere darà il meglio in un colloquio di selezione , offrendo quello che l’azienda cerca davvero.
Un bravo HR deve saper cogliere e stimare le abilità di un potenziale candidato, trasmettendo i valori dell’azienda che sta assumendo e comunicando con empatia, mentre una valida risorsa deve saper vendere la propria migliore immagine in pochi
minuti.
I primi istanti in un colloquio sono decisivi: il selezionatore presterà attenzione al linguaggio non verbale e soprattutto con quanta arte riusciamo a dipingere noi stessi.
Necessarie sono quindi competenze non solo tecniche ma anche personali, le cosiddette hard skills e soft skills, quelle che si apprendono nel corso della propria vita, insomma.
Tra alti e bassi, si maturano esperienze utili al proprio percorso professionale: perchè non inserire quindi la parola “Resilienza” nel proprio cv tra i nostri punti di forza?
Questo punto è meritevole di attenzione per un recruiter che sta selezionando, perchè permette di capire che la risorsa sarà sempre in grado di fronteggiare le difficoltà aspirando sempre e ancora una volta al meglio. I nostri punti di debolezza, perchè non chiamarli invece aree di miglioramento? Non siamo mica deboli, noi, anzi, siamo sempre alla costante ricerca della perfezione, no? Cerchiamo di migliorare sempre e comunque. Non devono esistere in noi condizioni o punti limitanti.
Sono queste le parole che un selezionatore vuole sentire. Il segreto per vincere un colloquio e ottenere un posto di lavoro è crederci, migliorare sempre se stessi e non smettere mai di imparare.
Una famosa citazione cinese afferma infatti : “Imparare è come remare controcorrente, se smetti, torni indietro”
Questo articolo è offerto da:
altri articoli di questo autore