Oltre le Aule: Strategie per Studenti e Recruiter | Alessandro Nicolosi

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Oltre le Aule: Strategie per Studenti e Recruiter

Come vivere con serenità il percorso di studio universitario e valorizzarlo per la ricerca del lavoro

di Alessandro Nicolosi

L’importanza della Formazione Universitaria

Il traguardo della laurea rappresenta indubbiamente un obiettivo personale ed allo stesso tempo collettivo di intenso valore di rinascita culturale, sociale ed economica. L’apertura mentale che si dovrebbe acquisire nelle aule universitarie deve essere motivo di orgoglio individuale e di valore aggiunto per un qualsivoglia contesto lavorativo.

La Pressione sulle Spalle degli Studenti

Tuttavia, le cronache degli ultimi anni mostrano dati alquanto allarmanti sulle decisioni di diversi giovani e giovanissimi che arrivano anche a compiere gesti estremi per la mancata riuscita del loro percorso di studio accademico. Svariate testate giornalistiche mettono in evidenza titoli inquietanti su questa situazione pubblica che impaurisce ancor più gli studenti creando inevitabilmente situazioni di stress e di ansia.

Dati Allarmanti su Prestazioni e Percezioni

Nel 2023, una ricerca condotta da Skuola.net[1] (uno dei più ampi ecosistemi orientati ai giovani) su un campione di 1100 studenti universitari ha messo in luce che il 26% ha mentito su qualche bocciatura, il 38% sulla reale media dei voti ed il 16% riguardo la propria presenza a lezione. Le statistiche evidenziano anche che ben il 25% degli intervistati dichiara di aver pensato al gesto estremo nel caso in cui le proprie menzogne venissero scoperte. Le cause di questo disagio sono quasi sempre da ricercarsi nella forte pressione psicologica subita. Infatti, la paura di fallire è ingrandita dall’importanza che a livello sociale si attribuisce alla laurea come un traguardo “necessario” della vita di una persona e non come uno strumento di crescita ed arricchimento per la persona e per la società.

Ridefinire il Significato del Successo Accademico

L’umile obiettivo di questa contribuzione è proprio quello di spronare gli studenti a pensare il raggiungimento del titolo accademico sotto un’ottica piu ampia, orientata al futuro e focalizzata sul contesto lavorativo e non su una mera competizione tra colleghi universitari o su una forma di compiacimento familiare ed in generale, sociale. Infatti, durante gli anni accademici, tutto il contesto universitario dovrebbe far da contorno per permettere ad ogni studente di poter rispondere a domande specifiche, come:

1) Quale utilità attribuisco a questo titolo di studio?
2) Quali obiettivi futuri riuscirò a raggiungere grazie alla laurea?
3) Per quale ruolo lavorativo potrò usufruire di tutti i sacrifici che stanno dietro al mio percorso di studio universitario?

Bisognerebbe sforzarsi a comprendere che la laurea è un passaporto per accedere a posizioni lavorative piu prestigiose, di respiro nazionale ed internazionale. Bisogna capire che la competizione volta al compiacimento altrui è distruttiva e che la buona volontà associata ad un buon metodo di studio conduce gli studenti ad una strategia di cooperazione e competizione costruttiva in cui ci si consiglia, confronta, aiuta ed allo stesso tempo ci si sfida genuinamente per un obiettivo comune, per migliorarlo e raffinarlo per noi e per coloro che lo sceglieranno dopo di noi.

La Laurea Come Fondamenta per il Futuro

La laurea deve, allora, essere vista come le fondamenta di un palazzo che noi stessi costruiamo con camere in cui trascorriamo la nostra quotidianità, con camere di passaggio e con camere che non utilizziamo ma di cui possediamo la chiave per potervi accedere in qualsiasi momento. Queste ultime sono il risultato dei nostri cambi di programma, del nostro tempo non ottimizzato e forse dei nostri insuccessi ma sono lì per ricordarci che possiamo trarne il meglio nel futuro, per renderci consapevoli del cambiamento delle nostre scelte e per mostrarci che in ogni caso abbiamo tracciato una strada che possiamo sempre intraprendere con nuovi obiettivi.

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Orientamenti per Recruiter e Studenti

Cerchiamo dunque, in questa sede, di focalizzarci su alcuni aspetti per recruiter e per studenti affinché si possa trarre il meglio del percorso di studio di un candidato.

Come detto, i cambiamenti di rotta nel percorso universitario, i ritardi, i fallimenti devono essere motivo di una presa di coscienza e di una fortificazione personale volta al successo e non al fallimento. In questo caso, nessun recruiter ha il diritto di indagare sui cambiamenti o sulla non riuscita del candidato per un percorso accademico rispetto ad un altro. Il ruolo del recruiter deve limitarsi ad accertare il titolo richiesto per la posizione lavorativa offerta, a riconoscere se l’intero percorso accademico e professionale è in linea con la figura da assumere, a prendere atto che il CV non presenti troppi periodi di inattività del candidato ed a tradurre le linee del CV del candidato in risorse da investire per la propria azienda o istituzione in modo equo, meritevole ed inclusivo.

Per gli studenti, invece, i miei consigli si riassumono nei seguenti punti: la competizione tra colleghi universitari ed il compiacimento sociale del titolo di laurea non porta sicuramente ad uno sbocco professionale ma, al contrario, al distaccamento dal mondo del lavoro. Il titolo di laurea conseguito con ottimi risultati è, per i recruiter, dimostrazione di numerose competenze: orientamento al risultato, conoscenza tecnica approfondita, ricerca e analisi dei dati. I cambiamenti ed i fallimenti accademici sono normalissimi: meglio precisare sul CV quali corsi sono stati frenquentati ed in quale periodo piuttosto che lasciare dei grossi vuoti. Ogni percorso accademico seguito potete tradurlo in risorsa a vostro favore. Il motivo del cambiamento è una vostra ragione intima e non del recruiter. Spesso, si è più portati per una una professione tecnica, artigianale e manuale. In questo caso, è molto meglio investire sulla propria esperienza professionale senza tuttavia fermarsi con i processi di formazione: è necessario, infatti, conseguire certificazioni mirate che portino ad un miglioramento ed una specializzazione elevata e forse, oggi, anche rara. Infine, mettere in stand-by la laurea può anche essere giustificato se allo stesso tempo si è provveduto a seguire altre formazioni o acquisire nuove esperienze professionali.

Conclusione

Concludo questa mia riflessione dicendo che ogni profilo dei candidati ha un percorso diverso, e possiede determinate competenze e conoscenze. Tutti questi profili rappresentano dei tasselli che valgono senza eccezione alcuna. Il gioco per le Università, gli studenti ed i recruiter consiste nell’individuare di quale puzzle questi tasselli fanno parte!

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[1] https://www.skuola.net/news/inchiesta/universitari-crisi-suicidi-bugie-pressione-sociale.html

 

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Alessandro Nicolosi
Alessandro Nicolosi lavora nel Dipartimento delle Risorse Umane dell’Ambasciata del Canada presso l’Unione Europea, a Bruxelles, ed é Assistente HR presso il Career Center della Montpellier Business School, in Francia, dove ricopre anche il ruolo di Docente a Contratto. Dopo la Laurea Magistrale in Finanza Aziendale (Summa cum Laude) presso l’Università di Catania, nel 2018 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Management presso l’Université de Montpellier ed ha svolto un periodo di ricerca accademica alla Southampton Business School, in UK. I suoi temi di ricerca riguardano le alleanze strategiche e l’innovazione ed attualmente lavora su progetti universitari che analizzano l’implicazione delle nuove tecnologie nella funzione HR delle aziende.

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One thought on “Oltre le Aule: Strategie per Studenti e Recruiter | Alessandro Nicolosi

  1. Articolo interessante su cui riflettere… personalmente credo che l’ ansia psicologica degli studenti sia conseguenza di una società che non riesca a tradurre le loro esigenze, e di una formazione che troppo spesso non trova sbocco nel mondo lavorativo. Io ho 31 anni , sto facendo un corso post laurea in risorse umane , da 5 anni lavoro in una catena di ristorazione e sono laureata in relazione internazionali, dunque penso di essere il perfetto esempio di quello che dico .

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