Non ho tempo! … E poi, abbiamo sempre fatto così
di Risorse Umane HR
Vedendo una cosa nuova, inconsueta ne veniamo subito attratti e siamo spinti dalla curiosità di conoscerla: la esaminiamo, l’analizziamo, cerchiamo di capirne i meccanismi.
Ma tutto ciò avviene nella migliore delle ipotesi, quando quell’oggetto ci interessa effettivamente e decidiamo di dedicarci un certo tempo.
Solo in rare occasioni però lo prenderemo effettivamente in considerazione per conoscerlo meglio, e nella maggior parte dei casi, lo andremo presto a riporre fra le mille cose normali che riteniamo già di conoscere.
Viviamo in un mondo in cui ci siamo ormai abituati ad essere frettolosi tanto da tendere a dare quasi tutto per scontato ciò che vediamo e sentiamo.
Forse una sorta di meccanismo di autodifesa che preserva la nostra energia dalla grande mole di informazioni che riceviamo quotidianamente.
La nostra mente però, se utilizzata in maniera migliore e cioè affinando le capacità critiche, può arrivare a realizzazioni creative.
Sul lavoro, per esempio, dare per scontati i vecchi procedimenti e considerare giusto ed ottimale a priori ogni nuovo meccanismo è uno dei più grossi errori che si possono commettere.
Ne troviamo una valida spiegazione nei meccanismi stessi che regolano l’abitudine. Questa può essere amica o nemica.
Se si dà per scontato, l’abitudine è senz’altro di ostacolo poiché produce solo azioni automatiche.
Ci si abitua a compiere sempre gli stessi movimenti ed il lavoro diventa sempre più ripetitivo e le procedure si rivelano presto sorpassate.
L’abitudine a porsi delle domande creative nell’intento di migliorare quotidianamente anche le più piccole cose invece, facilita enormemente lo sviluppo della creatività e della fantasia finché diventa consueto lo “straordinario”.
Si crea cioè l’abitudine alle novità, si sente sempre la necessità di cose nuove ed ogni miglioramento, anche se inizialmente può sembrare trascurabile dal punto di vista pratico, è sempre un piccolo passo in avanti.
di Risorse Umane HR
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