Il metodo psicogenealogico come strumento integrato nel counseling aziendale

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Il metodo psicogenealogico come strumento integrato nel counseling aziendale

di Simona Pera

La gestione dei conflitti nell’ambito dell’attività delle aziende costituisce uno degli argomenti di maggiore interesse quando ci si occupa di formazione e di counseling aziendale.

Partendo dalla definizione di Kurt Levin, secondo la quale il conflitto è quella situazione che si determina tutte le volte che su un individuo agiscono contemporaneamente due forze psichiche di intensità più o meno uguale, ma di opposta direzione, si giunge direttamente al concetto di bisogno.

La nozione di “bisogno” qui chiamata in causa indica la mancanza totale o parziale di qualcosa di fondamentale per la persona: per la sua sopravvivenza, il suo benessere e l’espressione dei suoi talenti.

Esprimere i propri talenti. Già, chi o che cosa lo impedisce?

Spesso sono le dinamiche familiari, attuali e pregresse, che impediscono al soggetto di accedere alla soddisfazione dei propri bisogni e alla piena realizzazione personale, nei termini di un’autorizzazione negata, o di un’autentica interdizione, all’individuazione di sé, al successo, alla felicità. A partire da questo divieto interno, si può tratteggiare un percorso per il suo superamento.

LA PSICOGENEALOGIA

 La psicogenealogia studia la persona e la sua provenienza tramite l’analisi dell’albero genealogico di appartenenza e lo fa per individuare e comprendere eventuali sorgenti di frustrazione e sofferenza:  

La maggior parte dei nostri conflitti, disordini e contraddizioni, si forma a causa dell’identificazione con figure parentali che ci hanno segnato e alle quali, sebbene ci risulti doloroso, continuiamo ad essere fedeli, per preservare un vincolo inconscia con la nostra storia familiare. 

Secondo la teoria psicogenealogica infatti, I traumi, i segreti, e tutti i conflitti drammaticamente vissuti e situati in vari strati della storia familiare possono condizionare, per trasmissione transgenerazionale inconscia, i discendenti, i quali possono diventare portatori, sul piano psicofisico, di disfunzionalità, disturbi e malattie, così come di comportamenti singolari e apparentemente inesplicabili. 

Esplorare il nostro inconscio familiare mediante il metodo psicogenealogico ci porta a scoprire nella vita dei nostri antenati eventi risuonanti con i nostri problemi attuali e ci permette di interrompere la catena delle ripetizioni, restituendoci infine alla nostra piena libertà individuale.

Il nostro albero genealogico, se attentamente indagato nelle sue ramificazioni, ci può fornire quindi tutto ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare un processo di liberazione di potenzialità e risorse personali rimaste intrappolate e inespresse.

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IL METODO ANALITICO

Il primo punto per cominciare quest’investigazione, mediante la guida di un analista specializzato, è il disporre di alcune informazioni cruciali sui nostri antenati, fino alla quarta generazione (bisnonni), dalle più apparentemente banali alle più delicate e sensibili: nomi, date di nascita e morte, professioni, hobbies, aborti, decessi, segreti familiari, depressioni, malattie, fallimenti, suicidi ecc.

Tramite queste informazioni e le loro connessioni, ricostruendo per esempio le tipologie relazionali dei nostri familiari, si possono individuare eventuali modelli di ripetizione all’origine di conflitti e blocchi giunti in eredità fin nel presente.

È importante acquisire la consapevolezza che siamo indotti e “condannati”, spesso senza saperlo, a replicare gli avvenimenti, soprattutto quelli più drammatici, vissuti dai nostri genitori e antenati.

Una volta ricostruito un certo albero genealogico e compresane la struttura di fondo, si giunge all’analisi di ciò che certi suoi rami hanno lasciato nella nostra vita: schemi comportamentali, attitudini e copioni di vita. 

Così, per esempio, possiamo identificare una vera e propria sindrome da anniversario, cioè la ripetizione nel presente, conscia o inconscia, di un evento familiare passato, generalmente traumatico, con l’insorgere di problemi di salute o il verificarsi di incidenti (ma talvolta anche di eventi felici) allo scadere di una data “storica” nella genealogia di riferimento.

Oppure, per proporre un’altra modalità emblematica, può capitare di riconoscerci nel cosiddetto bambino di sostituzione, ovvero quel bambino cui il sistema familiare richiede di rimpiazzare un ruolo venuto a mancare magari legato a un individuo scomparso, attribuendogli lo stesso nome ed esercitando su di lui e sulla sua vita un continuo e pesante effetto di proiezione e destinazione. 

Oppure, per concludere la breve rassegna esemplificativa, possiamo finalmente capire perché ci siamo trovati a mancare l’obbiettivo in certi momenti clou del nostro percorso vitale, riconoscendo in questa vocazione al fallimento una sorta di nevrosi di classe, quella infausta forma di lealtà familiare che ostacola l’affermazione sociale e l’avanzamento di livello economico della persona, che non si sente autorizzata ad essere migliore dei propri antenati e quindi mette in atto meccanismi inconsci di auto-sabotaggio. 

APPLICAZIONE ALL’AMBITO LAVORATIVO

Il metodo psicogenealogico, come a questo punto si può intuire, lascia intravedere notevoli potenzialità applicative nel campo lavorativo: ci può permettere, per esempio, di interpretare il senso delle professioni che svolgiamo, che abbiamo scelto o ci hanno scelti, come tentativo inconscio di portare alla luce e di risolvere problemi o conflitti antichi, risalenti alla famiglia d’origine e ai suoi vari ascendenti. Si può affermare, infatti, che ogni professione esercitata contiene sempre una specifica informazione sulla storia della famiglia di appartenenza. 

Un caso a parte è rappresentato poi dalle imprese familiari, dove la sovrapposizione fra i due sistemi della famiglia e dell’impresa può rivivificare conflitti pregressi che, se non affrontati, possono produrre effetti negativi anche molto pericolosi.

Quindi, anche nel contesto gestionale e amministrativo può risultare proficuo analizzare l’origine delle proprie dinamiche di vita da parte di ciascun dirigente ed operatore, esaminando e interpretando correttamente certe impronte ereditarie non elaborate.

Perché quando un capo-tiranno ci ricorderà, più o meno consciamente, nostro padre, destando una risposta di ribellione o di sottomissione, o quando un collega riceverà una promozione al nostro posto, riattivando la gelosia nei confronti del nostro fratellino appena nato, dobbiamo poter essere consapevoli di stare sovrapponendo il passato al presente e di avere la possibilità di smarcarsi da questo meccanismo di riproduzione di ruoli e schemi relazionali per riconquistare la nostra libertà di scelta.

Illuminare certi automatismi comportamentali e certe determinazioni relazionali attraverso questo tipo di analisi può offrire strumenti efficaci per la gestione e risoluzione dei conflitti e favorire processi di empowerment, soprattutto in termini di autodeterminazione.

Rinvenire il proprio modello operativo interno e la sua storia rappresenta un’occasione per iniziare quel processo di auto-conoscenza e liberazione personale che permette, abbandonate sterili e dannose linee di frustrazione e conflitto interiori e sociali, di sviluppare pienamente i nostri talenti. 

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Bibliografia consigliata:

 

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Simona Pera
Laureata in lettere moderne, un Master in Amministrazione e Gestione delle Risorse Umane e un diploma in Counseling, organizzo corsi di formazione per le aziende e percorsi di counseling individuale e aziendale. Da sempre curiosa verso nuove metodologie da applicare al benessere dell'individuo, ho mutuato l'applicazione del metodo psicogenealogico, all'interno del counselinging aziendale.

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