Mestieri del futuro
Secondo il Rapporto Annuale 2017 dell’ISTAT, l’Italia è il Paese più vecchio d’Europa e quello con il maggior numero di NEET, ossia di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non frequentano un corso di formazione o di aggiornamento professionale..
Uno dei problemi principali in questa situazione è il mancato adeguamento della formazione rispetto alle trasformazioni del mercato del lavoro e alle nuove competenze richieste.
lo dimostra l’ultimo studio del World Economic Forum, secondo il quale il 65% dei bambini che oggi frequentano le scuole elementari in futuro faranno dei lavori che adesso ancora non esistono.
Se ci si pensa un attimo, ci rendiamo conto che un qualcosa di simile è già avvenuto….: 10 anni fa nessuno avrebbe mai pensato che dei ragazzi avrebbero potuto guadagnare soldi diventando YouTuber, Web Influencer o Social Media Manager. Ma questa volta la rivoluzione sarà ancora più radicale e complessa….. Vediamo perché.
I mestieri del futuro, al momento, possiamo solo immaginarli: possiamo fare ipotesi sulla base degli sviluppi delle nuove tecnologie, ma non possiamo prevedere quali strade prenderà il progresso. Chi teme che i robot toglieranno il lavoro all’uomo può stare relativamente tranquillo: le macchine potranno sostituirci solo per i lavori meno qualificati. Ciò vuol dire che per lavorare in futuro non basterà più una formazione di base e forse nemmeno solo una laurea tradizionale, serviranno conoscenze sempre più specifiche in ambito tecnologico.
La tecnologia, infatti, verrà presto applicata ai più svariati ambiti, dall’agricoltura alla medicina, senza considerare il grande bisogno che ci sarà di avere esperti di intelligenza artificiale, robotica e cyber security[1]; essere in possesso di competenze/conoscenze digitali sarà quindi fondamentale per non restare fuori dal mercato del lavoro.
Oggi si registra un divario tra le competenze richieste e quelle disponibili, perché tante persone non possiedono queste nuove skills. Mentre i lavoratori cercano di correre ai ripari con i corsi di formazione, gli studenti e i giovani sono ancora in tempo per prepararsi alle future sfide lavorative iniziando sin da subito un percorso di formazione incentrato sulla tecnologia e sul digitale[2].
Quale formazione serve?
Per preparare in modo adeguato i giovani ai lavori del futuro è necessario cambiare il sistema dell’istruzione sotto questi aspetti:
– Introdurre la tecnologia e il digitale nelle scuole: i ragazzi devono imparare subito non solo a usare i nuovi dispositivi, cosa che tra l’altro di solito sanno già fare, ma anche a utilizzare un nuovo metodo di pensare e ragionare, volto il più possibile al problem solving.
– Insegnare a lavorare in gruppo.
– Insegnare a gestire le informazioni: i giovani devono imparare subito a gestire una grossa mole di dati e informazioni, usando i nuovi media. Saranno così preparati per i big data di cui tanto si parla.
– Insegnare a lavorare in un ambiente virtuale: il posto di lavoro fisico non sarà più come lo si intende oggi, in quanto si lavorerà molto nel virtuale e da remoto, con la possibilità di connettersi e lavorare con i colleghi nel web.
– Istituire corsi di laurea adeguati: le lauree STEM (Science, Technology, Engineering e Math), già esistono ma vanno ampliate e pubblicizzate. Si deve instaurare un approccio multidisciplinare con lo studio, così da essere capaci poi di applicare le conoscenze digitali in qualsiasi ambito.
In realtà, il principio fondamentale che bisognerebbe insegnare agli studenti di oggi è che devono imparare un mindset più che focalizzarsi su materie specifiche: con il progresso e l’evoluzione continua delle nuove tecnologie, non si può più pensare di studiare, conseguire un titolo e fermarsi a quello, come avveniva una volta. Il concetto chiave per essere sempre pronti a qualsiasi nuova sfida lavorativa è la formazione continua (long life learning): non smettere mai di studiare e aggiornarsi e imparare ogni volta nuovi strumenti per affrontare qualsiasi trasformazione del mondo del lavoro.
- [1] I trend 2018 in tema di cybersecurity
- [2] Si diffonde l’industria 4.0 ma mancano le competenze: situazione e iniziative per la formazione
Bibliografia consigliata
- L’innovazione non chiede permesso. Costruire il domani digitale
- 21 lezioni per il XXI secolo
- Il Lavoro nel XXI secolo
- La quarta rivoluzione industriale
Questo articolo è offerto da: