Lavoro e progresso: nuove prospettive
Secondo Larry Page, fondatore di Google, ben presto, milioni di posti di lavoro saranno obsoleti.
di Solco Srl
Nel giro di qualche anno, milioni di posti di lavoro perderanno di valore, per poi pian piano scomparire, grazie, si fa per dire, al progresso tecnologico.
Quella che potrebbe sembrare una previsione catastrofica, e per molti ragionevolmente lo è, non è altro che lo scenario disegnato da Larry Page, fondatore di Google, in una intervista concessa al Financial Times.
Più che fantascienza, una triste realtà. Una deriva impossibile da evitare, spiega lo stesso Page.
La voce del padre di Google non è comunque isolata.
Per esempio, John Maynard Keynes, influente economista britannico del XX secolo, ha sempre paventato l’ipotesi di una “disoccupazione tecnologica”, da intendersi come la perdita di lavoro a fronte del progresso tecnologico.
Un cambiamento che, secondo Keynes, nel tempo, avrebbe avuto ripercussioni sull’orario di lavoro.
Joseph Schumpeter, economista austriaco sempre del XX secolo, guardava al progresso come ad una “distruzione creativa”, un processo che avrebbe reso obsolete numerose imprese.
Una posizione, quella di Page, confermata e avvalorata da due studiosi americani, Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee, che nelle loro ricerche mostrano come produttività ed occupazione non viaggino più su binari paralleli e come, ormai, all’aumento della produttività corrisponda un calo dell’occupazione.
Quindi, che ne sarà dell’uomo nel mondo del lavoro di domani?
È sempre bene ricordare che cambiamento e progresso tecnologico si appropriano dello spazio che viene loro concesso.
In conclusione, più che fermare il progresso perché spaventati da prospettive non molto favorevoli per l’uomo, dovremmo essere bravi almeno nello scegliere chi ne sarà l’attore principale.