Ingresso in azienda e processi di socializzazione
L’ingresso in azienda di una nuova risorsa è sicuramente un momento di riassetto che coinvolge tutta quanta l’organizzazione: da un lato, il lavoratore che si ritrova in un contesto nuovo di cui ancora deve conoscere tutto; dall’altro, il team di lavoro che ha già un suo equilibrio e che deve rimodularlo in funzione del cosiddetto newcomer.
Ma perché è importante fare attenzione a questa fase?
Non si tratta di un evento o di un fatto che oggettivamente è possibile vedere e analizzare: si attivano, tuttavia, delle dinamiche che inevitabilmente vanno ad influire sulle logiche organizzative.
Quando si entra a far parte di una realtà lavorativa ci si imbatte “fisicamente” nei colleghi; coloro che vivono quella realtà, che sono lì da più o meno tempo e che ogni giorno corrono qui e là per fare il proprio lavoro. Ma non si tratta solo di queste cose. Al di là di quello che concretamente siamo in grado di osservare, ci si imbatte nella storia di quella realtà; nei valori e nelle convinzioni che muovono il motore. Non è un aspetto di cui si può essere consapevoli fin da subito, ma già dal primissimo passo fatto in azienda si è investiti da questo fiume di “cose”.
Ecco che spesso in letteratura ci si imbatte in quello che viene definito processo di socializzazione, cioè un processo di apprendimento che porta la nuova risorsa ad acquisire quel bagaglio culturale, valoriale e di credenze dell’intera organizzazione. Non è un processo rapido. Ma è in questa fase che entrano in gioco diverse variabili, ognuna con un ruolo fondamentale. Caratteristiche quali proattività, curiosità e intraprendenza (Reichers, 1989) favoriscono un processo di adattamento armonioso, e il gruppo dei colleghi – in questo – risulta essere di primaria importanza: accoglienza, condivisione di informazioni e procedure diventano una valida guida all’inserimento. Jones (1986) parla di vere e proprie tattiche organizzative in cui l’obiettivo diventa favorire una familiarizzazione con il nuovo contesto e promuovere una sinergia nel gruppo di lavoro.
Tuttavia, non abbiamo ancora dato una risposta alla domanda che ci siamo posti prima, o per meglio dire, ci stiamo avvicinando per averla.
Perché parlare proprio di socializzazione?
Nelle situazioni particolarmente difficili, ma anche nel momento storico che stiamo vivendo, pensare come azienda di acquisire nuove risorse è sicuramente una scelta coraggiosa ma anche ambiziosa. Sia perché ci si espone ad un rischio, che non è solo legato alla nuova risorsa in sé (questo c’è in qualunque assunzione e in qualunque momento) ma dettato da una serie di fattori di contesto che purtroppo non sempre riescono ad essere prevedibili. Ed è allora che, conoscere le dinamiche sottese ad un nuovo ingresso, consente di avere una ulteriore possibilità di successo.
Le variabili sopra discusse incidono fortemente su queste possibilità poiché le dinamiche interne ai processi di socializzazione possono avere una relazione diretta fra:
Performance ⇔ Autoefficacia percepita ⇔ Soddisfazione lavorativa ⇔ Coinvolgimento
Il nostro newcomer si sentirà parte integrante del gruppo e questo, conseguentemente, avrà effetti sulle prestazioni e – non meno importanti – sui risultati raggiungibili nel medio e lungo termine dall’intera organizzazione.
Questo articolo è offerto da: