ISTAT indicatori mensili sugli occupati dipendenti ed indipendenti
di Risorse Umane HR
Fonte: ISTAT
L’ISTAT fornisce per la prima volta gli indicatori mensili sugli occupati dipendenti ed indipendenti
Dopo la crescita di giugno (+0,1%) e di luglio (+0,3%), ad agosto 2015 la stima degli occupati cresce ancora dello 0,3% (+69 mila). Tale crescita è determinata dall’aumento dei lavoratori alle dipendenze (+70 mila), in prevalenza a termine (+45 mila).
Il tasso di occupazione aumenta di 0,2 punti percentuali, arrivando al 56,5%. Su base annua l’occupazione cresce dell’1,5% (+325 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,9 punti.
La stima dei disoccupati ad agosto diminuisce dello 0,4% (-11 mila). Il tasso di disoccupazione cala di 0,1 punti percentuali, proseguendo il calo del mese precedente (-0,5 punti) e arrivando all’11,9%. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 5,0% (-162 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 0,7 punti.
Dopo il calo di giugno (-0,4%) e la crescita di luglio (+0,6%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce nell’ultimo mese dello 0,6% (-86 mila persone inattive), tornando al livello di giugno. Il tasso di inattività, è pari al 35,6%, in calo di 0,2 punti percentuali. Su base annua l’inattività è in calo dell’1,7% (-248 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,5 punti.
Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo giugno-agosto 2015 il tasso di occupazione cresce (+0,2 punti percentuali), mentre calano il tasso di disoccupazione
(-0,2 punti) e il tasso di inattività (-0,1 punti).
Alla crescita di competitività dell’economia italiana ha contributo anche un miglioramento della capacità di innovazione, ma è la riforma del mercato del Lavoro a dare un forte miglioramento generale.
L’efficienza del mercato del lavoro del Paese ora si colloca in classifica al 126° posto su 140 paesi con un miglioramento di dieci posti da un anno all’altro
Ma il World Economic Forum avverte che “Le riforme strutturali del mercato del lavoro sono la forza trainante di un forte miglioramento complessivo della competitività dell’economia in Italia”
Nell’analisi del World Economic Forum non mancano però i “segnali preoccupanti” quali la crescita ferma ed alta disoccupazione che “stanno danneggiando la capacità di ripresa e lasciando il mondo vulnerabile ad un altro crollo prolungato“.
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