Formazione o Forma e Azione. Una parola e due significati

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Formazione o Forma e Azione? Una parola e due significati

di Francesca Tinelli

Apriamo questo spazio con una riflessione sui due concetti che danno origine alla “Formazione” e per farlo voglio agganciarmi all’etimologia perché penso che sia sempre un’affidabile ispiratrice, in quanto ci consente di ri-cercare nuove interpretazioni e ci può far ri-scoprire risvolti inesplorati.

Forma e Azione

E, quindi, parliamo di “Forma” e di “Azione”:

  • La Forma è intesa come il modello di riferimento che è necessario costruire per orientare i nostri percorsi di sviluppo di apprendimento.
  • L’Azione incarna la possibilità di applicare le competenze acquisite durante il percorso formativo.

Ed allora, anche in quest’ultima parte d’anno, quando noi dell’HR – come ogni anno – ci ritroviamo a ri-combinare questi due elementi per ri-partire con l’intenzione di attribuire un nuovo orientamento alla nostra Formazione, siamo ad interrogarci sulla sua stessa identità.

La Formazione come identità mutevole

Quale è la prospettiva? Nulla di così specificatamente definito o definibile perché – a seconda dei diversi contesti in cui si inserisce – la Formazione assume differenti connotati e racchiude diverse interpretazioni (evolutiva, integrata, ecc.) che combinate insieme propongono diverse sfaccettature del medesimo ed universale obiettivo: trasferire competenze utili ai destinatari del percorso di apprendimento.

Ma – anche se ci troviamo in mezzo a tante declinazioni – è possibile ricorrere ad una metafora che universalmente ci rappresenta bene questo concetto così complesso: la Formazione è come un foglio bianco sul quale possiamo sempre tracciare nuove parole, nuove competenze ed intenzioni.

E questo foglio bianco si riempie, si alimenta e si tra-sforma perché anche noi evolviamo con i nostri saperi ed attraverso i nostri saper fare, anche se mai ci dobbiamo dimenticare di curare anche la dimensione di quel saper diventare che si esprime attraverso le potenzialità che possediamo e che le nostre persone possiedono.

Ripensare la Formazione per il nuovo anno

In questa prospettiva, allora, pensiamo a come indirizzare la nostra ri-partenza per il prossimo anno, partendo proprio dalla ricerca di quelli che sono gli elementi essenziali che – se combinati insieme – restituiscono un valore armonico alle nostre identità professionali e … non solo.

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La prima tappa: il significato dell’esperienza formativa

Non possiamo, allora, non preoccuparci degli effetti concreti che le nostre proposte possono produrre sui nostri destinatari. Non possiamo, ad esempio:

  • Non allarmarci se azioni formative scollegate dalla realtà non sono in grado di assicurare un impatto positivo sia sul singolo che sull’intera organizzazione.
  • Accontentarci di acquistare, erogare o vendere formazione vuota ed inutile.

Il rischio è che le nostre persone percepiscano le iniziative formative come il prototipo di una didattica stereotipata che tende a fornire risposte codificate senza interrogarsi sul reale significato, senza focalizzarsi sul reale utilizzo.

– Contestualizzare la formazione

Tanto più la Formazione è contestualizzata (il cosiddetto “learning in the flow of the work”) ed è arricchita da casistiche situazionali che si intercalano nella trattazione dei contenuti, tanto più se ne percepisce il senso.

Quindi, è fondamentale non rinunciare mai al tentativo di contestualizzare i contenuti formativi, fornendo gli strumenti necessari che consentono alla persona di potersi orientare nel contesto organizzativo.

– Formazione a pioggia: un approccio da evitare

Parliamo anche della formazione a pioggia: destinata a tutti in maniera indifferenziata. Eppure, la letteratura narra che la Formazione deve essere mirata e personalizzata, al fine di evitare che i destinatari convertano un’occasione di crescita potenziale in una delle tante attività mandatory proprio perché non ne percepiscono l’utilità.

La seconda tappa: protagonisti e responsabilità

– Protagonismo del discente

È fondamentale nel “Fare Formazione” che gli stessi destinatari si rendano:

  • PROTAGONISTI e RESPONSABILI del proprio percorso di apprendimento, capaci di scegliere consapevolmente un percorso formativo e di accoglierlo come un reale supporto nell’affrontare e districarsi nei nostri complessi contesti organizzativi.
  • Capaci di contribuire alla definizione dei propri obiettivi di apprendimento perché sono consapevoli delle proprie esigenze formative.

– Assegnare un significato funzionalista alla Formazione

Dobbiamo assegnare un significato funzionalista alla Formazione nei nostri contesti organizzativi proprio perché le nostre persone si aspettano di poter acquisire – attraverso l’azione formativa che proponiamo – un bagaglio professionale composto sia da conoscenze che da capacità da poter utilizzate quando ne affermano la necessità.

Integrare dimensioni organizzative e individuali

– Visione olistica

Integrare le due componenti fondamentali della Formazione – quella organizzativa e quella individuale – in una visione olistica è un obiettivo prioritario per diffondere competenze e valori e, quindi, incidere attraverso la “Forma e Azione” sulla cultura aziendale.

– Evoluzione generativa

La “Forma e Azione” deve:

  • Evolvere verso una dimensione Generativa e non costrittiva.
  • deve essere Etero-diretta (come direbbero quelli più anziani, come me)Learner- center (come dicono i più giovani in materia) e non auto-referenziale (come dicono i veterani) o teacher-center (come direbbero i modern in materia).

E, allora così sia: Buona “Forma e Azione” a tutti!

***

 

Francesca Tinelli
Resp. Formazione Gruppo Banco Desio
Responsabile Ufficio Formazione presso Banco di Desio e della Brianza S.p.A. Progetta e gestisce percorsi formativi inerenti a specifiche conoscenze tecnico-professionali ed interventi di sviluppo delle capacità comportamentali, realizzando tool di apprendimento e sviluppando moduli multimediali e manuali didattici. Ha collaborato nell’ambito delle Risorse Umane nelle attività di implementazione del modello delle competenze e dei processi di valutazione delle stesse.

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