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La scuola non è finita

di Risorse Umane HR

Per svolgere una qualsiasi attività professionale, è necessario averne appreso delle conoscenze di base. Ma queste non saranno sufficienti ad accompagnarci durante il “lungo” percorso della nostra vita lavorativa.

La scuola non è finita!

formazione continuaIn epoche remote, le conoscenze “professionali” venivano per lo più trasmesse nell’ambito familiare: il padre insegnava al figlio, la madre alla figlia. L’insegnamento era necessario al fine di rendere quanto prima “produttivo” ogni componente della famiglia; nel caso contrario era solo una “bocca in più da dover sfamare”.

Solo pochissimi giovani, per lo più figli di persone abbienti, avevano il privilegio di poter apprendere le “arti” presso le botteghe dei maestri, anni dopo presso le scuole, poi nelle università.

Con la nascita della produzione di tipo capitalistico dell’era industriale, ci fu da parte delle aziende la necessità di assumere del personale.

Agli operai non veniva richiesto nessun grado di istruzione particolare: potevano facilmente imparare in poche ore a svolgere la maggior parte delle attività, spesso ripetitive, semplicemente osservando cosa facevano gli altri.

Contestualmente nacque però l’esigenza, seppur numericamente inferiore, di affidare attività più complesse, come ad esempio quelle amministrative, a persone in possesso di un minimo grado di istruzione.

E la scuola ben presto si adeguò.

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Con il passare degli anni, le aziende che erano abituate a produrre per un mercato locale, per poter crescere, si trovarono costrette ad approcciare nuovi mercati. Ma non erano sole e per poter competere dovettero rendere più efficienti le loro linee di produzioni.

Nacquero nuovi sistemi di lavorazione ma erano necessarie anche nuove professionalità.

Anche in questo caso, la scuola riuscì per un lungo periodo a soddisfare le richieste delle imprese.

Esse formavano professionalmente le giovani leve in funzione dell’esigenza del “mercato del lavoro” e queste venivano facilmente assunte.

Ma la corsa era appena iniziata e ben presto ci si accorse che la scuola non riusciva più a stare dietro alle tecnologie adottate dalle imprese: nuove lavorazioni, nuovi macchinari nascevano ogni giorno e non c’era più il tempo di formare professionalmente un giovane a lavorare su una determinata macchina prima che essa non fosse già considerata obsoleta.

In molti casi, è ancora così.

Oggi è evidente che per esercitare con successo e soddisfazione un’attività professionale di qualunque tipo ed in qualunque contesto occorre possedere un insieme di conoscenze di base.

Ma non solo.

La formazione al lavoro ha permesso per molti anni alle aziende di assumere delle persone pronte ad operare appena inserite. Ma oggi non più. 

Sempre di più si rende necessaria una formazione sul lavoro.

Ma è con una formazione continua che si riescono affrontare le trasformazioni sociali, economiche e culturali di una società complessa come quella attuale. 

Ai lavoratori viene chiesto un maggior livello di competenze, una più ampia flessibilità per quanto riguarda ruoli e mansioni.

La prospettiva che essi debbano cambiare nel corso della vita più volte il loro bagaglio di professionalità, li costringe ad essere più aperti ed interessati a ricevere la formazione proposta in azienda, e in sua assenza o insufficienza, a doversela procurare altrove.

Eh si: la scuola non è finita!

Bibliografia consigliata

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