Employer Branding: un’importante tendenza
L’employer branding è un tema di notevole importanza che ha preso piede nel contesto accademico aziendalistico.
I primi a darne una definizione furono Tim Ambler e Simon Barrow nel 1996, i quali descrissero l’employer branding come “il pacchetto di benefici funzionali, economici e psicologici forniti dall’impiego e identificati con l’organizzazione”.
Ma perché l’employer branding è così importante?
Esso lega due branche dell’organizzazione aziendale, identificate nel brand e nelle risorse umane. Integrando queste ultime, è possibile creare e fornire una visione complessivamente attraente dell’azienda in modo tale da attirare i nuovi potenziali candidati e trattenere le vecchie risorse giuste e di valore, impedendo che lascino il loro posto di lavoro per la concorrenza.
In ottica di employer branding, l’obiettivo dell’azienda è quello di creare un’identità unica che sia facilmente riconoscibile sia internamente che esternamente. Il lavorare diventa una vera propria esperienza che da un valore aggiunto al dipendente e questo plus, dato dal forte senso di appartenenza, non è possibile ritrovarlo dai competitors.
Sono 3 i fattori su cui puntare per massimizzare la strategia di employer branding:
- L’attrattività aziendale;
- La retention;
- Il coinvolgimento del personale.
Solo integrando e ottimizzando questi elementi sarà possibile ottenere una Employee Value Proposition (EVP – Proposta di valore per il dipendente) attendibile e a forte impatto.
Innanzitutto, l’azienda deve indagare i suoi punti di forza e le sue aree di miglioramento in modo da tale da poter rafforzare le prime e agire sulle seconde, senza dimenticare di guardare anche alla concorrenza. Successivamente, occorre capire quali siano gli effettivi bisogni dei propri dipendenti e rapportarli a ciò che l’azienda già offre. L’EVP deve essere specifico perché ogni gruppo preciso di risorse richiede precisi bisogni.
Inoltre, la comunicazione trasparente con i propri dipendenti è uno dei fattori chiavi dell’employer branding. Bisogna comunicare in modo chiaro e soltanto ciò che realmente si offre. L’ultimo passo è quello di guardare sempre verso il futuro abbracciando la proattività e anticipando le necessità che possono nascere all’interno dell’azienda.
Bibliografia consigliata:
- Giuseppe Caliccia “Guida pratica all’employer branding. Teoria, dati e casi”
- Richard Evans “The Talent Magnet. Employer Branding & Recruitment Marketing Strategies to Attract Millennial Talent”
- #DigitalRecruiter. Social network, AI, gamification e strumenti tech per i professionisti HR”
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