Employer branding

 

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L’Employer branding nell’ottica aziendale

di Federica Ruoti

Sono tanti i cambiamenti a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi, ad esempio con l’innovazione tecnologica, sono mutate le dinamiche di acquisto del consumatore: un cliente interessato all’acquisto di un prodotto, oggi, svolge una serie di ricerche (il 60-70% della popolazione) prima che un venditore venga coinvolto nel processo di acquisto e che venga comprato un determinato prodotto o servizio. Questo è esattamente ciò che sta accadendo anche nel mercato del lavoro.

Tutti coloro che sono in cerca di lavoro, prima di candidarsi ai job posting e scegliere un’azienda piuttosto che un’altra, si informano e leggono le recensioni. Infatti, molto spesso sono le percezioni che permettono al candidato di farsi un’idea concreta su quella specifica realtà. Ciò permette di capire se quel luogo di lavoro può rispondere alle proprie aspettative e se può offrire una futura esperienza lavorativa gratificante.

Difatti le organizzazioni per conquistare un vasto pubblico di “clienti”, devono salvaguardare la loro reputazione per essere “appetibili”. L’obiettivo principale è quello di reclutare i profili più idonei a ricoprire determinate posizioni. 

Pertanto, come è possibile per un’azienda fare la differenza in un mercato così competitivo?

In Italia si inizia a parlare di Employer Branding a partire dal lontano 2009, proprio nel periodo in cui il mondo del lavoro subisce bruschi cambiamenti e, la competizione tra organizzazioni che operano nel medesimo settore, si fa spietata. La volontà di rendere il proprio brand il migliore in assoluto fa dell’EB la soluzione vincente.

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Cos’è l’Employer Branding e perché le company hanno ritenuto importante adottare questo strumento? 

In quegli anni e ancora oggi, l’Employer Branding rappresenta uno strumento indispensabile per la promozione aziendale e la definizione dell’identità del luogo di lavoro, permettendo di esaltare i tratti distintivi che rendono l’impresa unica nel suo genere. Per questo, oggigiorno, più che in passato, diventa fondamentale creare un piano d’azione vincente che possa attrarre e trattenere i talenti. Ogni datore di lavoro ha pertanto due tipo di interlocutori: i propri collaboratori e i potenziali candidati da assumere. Con l’utilizzo di nuovi strumenti digitali, che rappresentano la vera leva del millennio, è stato possibile facilitare il processo di attraction e coinvolgere un vasto pubblico di candidati.

Dunque mettere in atto una strategia efficace di EB significa far sì che questa possa essere percepita come:

  • Reale
  • Autentica
  • Credibile 
  • Riconosciuta dai job seeker come luogo di lavoro ideale. 

La creazione e definizione di una solida cultura aziendale che sappia trasmettere al di fuori delle mura aziendali i veri valori su cui si fonda l’organizzazione è il primo aspetto su cui porre l’accento.

Mission e vision aziendale devono essere ben chiare sia all’employer sia al candidato. 

Una volta ben chiari i valori aziendali su cui si fonda l’azienda, è necessario definire la Employee Value Proposition.

Universum, leader globale dell’EB che fornisce strategie vincenti di branding ed efficaci strategie di comunicazione a oltre 2.000 aziende, la definisce come: “is the core of your employer brand that defines its positioning and strategic direction. An effective Employer Value Proposition should reflect the external demands, your competition, the internal reality and the strategic context of your company. Besides, you also must include the values and principles represented by your company.” 

In sostanza l’EVP non è altro che quel valore aggiunto, finalizzato a lanciare messaggi specifici al target di destinazione, permettendo di differenziare un’azienda dalla concorrenza.

Perché un candidato in cerca di una nuova opportunità dovrebbe orientarsi verso un’impresa piuttosto che un’altra?

Questa è senza dubbio una domanda a cui non è sempre facile rispondere. Infatti, molto spesso, quando questo concetto “non è chiaro”, l’employer deve avvalersi di escamotage per reclutare personale, proponendo premi retributivi o incentivi.

L’EVP, in realtà, al di là di ogni strategia, per essere vincente, deve cogliere le reali necessità delle persone, che siano essi dipendenti o semplicemente futuri collaboratori, in quanto il vero motore del successo di qualsiasi company sono le persone. Ogni organizzazione è composta da grandi team di lavoro che hanno un obiettivo costante: creare valore e profitto per la propria compagnia. Puntare sulle persone e creare un processo che sia orientato su di esse è sicuramente la chiave di lettura del successo.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, emerge subito una ulteriore considerazione:

Quanto conta, quindi, oggi l’Employer Branding nella cosiddetta war of talents?

Oggi più che mai crearsi una buona reputazione costituisce il fiore all’occhiello per ogni datore di lavoro. Questo, chiaramente, per una serie di ragioni: 

  • riduzione dei costi di assunzione
  • diminuzione del tasso di turn over
  • miglioramento della reputazione aziendale. 

Analizziamo, ora, nel dettaglio come avviene il processo di reclutamento e chi sono gli attori coinvolti.

Esso si compone di due parti: da un lato troviamo il datore di lavoro che propone le sue politiche di assunzione, dall’altro il candidato, in cerca di una nuova opportunità lavorativa.

Non è, quindi, solo l’employer a dover scegliere i migliori talenti, anche i candidati occupano un ruolo importante.  Infatti, attraverso una serie di ricerche, i job seeker valutano quali possono essere le best organization in grado di offrirgli migliori opportunità professionali. Un ambiente di lavoro gradevole, con valori eticamente responsabili, affini alla propria vision e mission, rappresentano tutti fattori indispensabili nella scelta. 

Le aziende che riescono ad attuare strategie efficaci hanno maggiori possibilità di attrarre personale qualificato in grado di soddisfare le aspettative. Proprio per questo il ruolo che assumono i dipendenti in questo processo è estremamente importante. Sono i veri testimoni della realtà aziendale, coloro che vivono l’ambiente di lavoro e che possono, più di chiunque altro, offrire feedback, informazioni e contenuti sul mondo aziendale interno.

Diventa, pertanto, fondamentale investire sui propri collaboratori, prendersi cura di loro, impiegare tempo e risorse per sviluppare il loro potenziale, stimolarli attraverso una serie di attività formative che possano renderli maggiormente qualificati e in grado di rispondere ai trend del momento. Ogni lavoratore deve sentirsi parte di una grande famiglia e il suo lavoro, talvolta, deve essere anche valorizzato attraverso premi o riconoscimenti.

Coinvolgimento e formazione sono strumenti importanti che se utilizzati in sinergia possono davvero risultare vincenti. I dipendenti, in questo scenario, diventano i veri brand ambassador della realtà presso la quale lavorano. In sostanza, definire un piano strategico che possa promuovere il proprio brand è di fondamentale rilevanza nonostante, per tanti esperti del settore HR, risulti ancora difficile comprenderne l’importanza.

Riservare una fetta del budget per lo sviluppo di attività di questo genere, rappresenta in certi casi, un rischio. Tale rischio è stato accentuato dalla pandemia. Perciò è bene domandarsi se, a seguito dell’emergenza, le aziende stanno ancora investendo su un piano di comunicazione interno ed esterno solido ed efficace. Sicuramente per molti datori di lavoro che stanno ripartendo con fatica dopo aver subito un significativo calo del fatturato, non c’è l’intenzione di investire in strategie di EB nel breve periodo. Le priorità aziendali in questo momento sono altre.

Se da un lato c’è la difficoltà di assumere nuovo personale, dall’altro tanti disoccupati sono in cerca di nuove opportunità. Questa, senz’altro, potrebbe essere l’occasione giusta per tanti employer di reclutare e attrarre nuovi talenti, dalle figure più junior a quelle senior che hanno una certa experience e che in passato non avrebbero mai pensato di abbandonare il proprio posto di lavoro.

Possiamo affermare, alla luce di quanto detto fino ad ora, che sviluppare un piano di comunicazione interno ed esterno efficace è da considerarsi sempre un must have per il mondo aziendale e può davvero fare la differenza. Infatti, è proprio trasmettendo costantemente la propria cultura interna e mantenendo saldo il legame con il proprio network di candidati che, è possibile godere di un’immagine positiva della propria company.

Sviluppare nuove strategie, in questo periodo, vuol dire assicurarsi nel momento in cui l’organizzazione ripartirà, maggiori possibilità di scelta in termini di risorse umane. 

Bibliografia consigliata:

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Federica Ruoti
Mi chiamo Federica Ruoti, ho 28 anni e sono una Junior HR Generalist. Ho conseguito, da un anno, un Master in Gestione delle risorse umane presso l’università LUMSA di Roma e al contempo ho maturato esperienza nel settore. Amo profondamente il mio lavoro e sono da anni interessata al mondo delle risorse umane, in particolare all’ambito della ricerca e selezione del personale e alle attività di EB.

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