Introduzione all’Era della Formazione Ibrida
Nel linguaggio di uso comune, il termine ibrido viene utilizzato anche per descrivere le nuove modalità di tecniche di erogazione e interpretazione della formazione sviluppate dopo il rapido cambiamento avvenuto negli ultimi anni. Basti pensare a tutte quelle aziende che nel biennio 2020-2022 hanno rivisto il loro modo di lavorare per renderlo più efficace, al fine di generare engagement e garantire la partecipazione di tutti i membri dell’organizzazione.
L’Impatto dello Smart Working
Si è assistito, proprio per tali ragioni, ad un utilizzo massiccio dello smart working, ovvero quella forma di lavoro, o tentata tale, che il sociologo Domenico de Masi definiva: “forma di lavoro che permette di mediare tra il reale ed il digitale attraverso l’aiuto di un device tecnologico”.
L’Influenza della Tecnologia nel Lavoro Fisico
È vero che, come sottolineavano alcuni suoi colleghi, il lavoro fisico oggi più che mai viene svolto anche grazie all’aiuto di strumenti tecnologici e ci si confronta con l’intelligenza artificiale al fine di ridurre quelle che sono le differenze socio-culturali, organizzative e relazionali.
La Tecnologia nel Contesto Formativo
Non a caso, la formazione è stato il campo che più ha risentito di queste trasformazioni. Oggi, la competenza più richiesta è l’adattabilità al cambiamento, come sottolinea il sociologo ed esperto in organizzazioni aziendali Sergio D’Angelo, in quanto ciò permette di comprendere il ruolo che si vuole rivestire, e soprattutto dove direzionare la propria azienda.
Nuove Competenze per i Formatori
Oggi al formatore sono richieste nuove competenze:
- Flessibilità: saper rendere la formazione specifica per l’organizzazione;
- Innovazione: utilizzo dei diversi linguaggi funzionali al raggiungimento dell’obiettivo;
- Competenze Digitali e Linguistiche: richieste per via dell’apertura ai mercati esteri ed al coinvolgimento interno ed esterno.
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Come Massimizzare l’Efficacia della Formazione
- Definire l’Obiettivo: è fondamentale che un buon formatore capisca prima di tutto chi sono i destinatari dei suoi interventi e i riscontri presenti e futuri, al fine di garantire un cambiamento duraturo nell’organizzazione aziendale.
- Gestione delle Risorse: saper leggere la comunicazione paraverbale specialmente in un contesto di formazione ibrida è cruciale per valutare il grado di partecipazione all’intervento.
- Tempi e Pause: è importante stabilire una scaletta chiara della giornata formativa, per mantenere alta l’attenzione e minimizzare le distrazioni.
- Allenare la Comunicazione: utilizzare grafici, esempi, metafore, e altri strumenti per rendere la comunicazione più efficace e coinvolgente.
- Divisione dei Ruoli: un buon formatore dovrebbe avvalersi di un tutor per supportare il team discente nel raggiungere gli obiettivi formativi.
L’Importanza dell’Adattamento e dell’Innovazione
Oggi è fondamentale sapersi adattare ai cambiamenti e innovare quello che viene trasmesso. Un’adeguata formazione tiene conto anche dei cambiamenti; la modalità ibrida permette di tenere unite diverse realtà, che siano esse locali o meno, e favorisce uno scambio di idee, valori, concetti, utili per portare innovazione. È quindi utile che un buon formatore sappia rispondere con prontezza alle innovazioni del mercato, sapendo adeguare il suo stile trasmissivo contenutistico e la sua comunicazione, attraverso un continuo aggiornamento delle competenze richieste dal mercato del lavoro e di quelli che sono i progressi tecnologici.
Questo interessante articolo mi ha fatto riflettere su quanto effettivamente, da formatore senior, non mi è capitato mai di “formarmi” come in questi ultimi due anni post covid. Perché? Perché gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione per fruire di contenuti di qualità H24 gratuiti e non sono davvero straordinari. E quindi, riattivandosi tutti i neuroni a seguito di stimoli formativi nuovi, ho lavorato sulla trasformazione del MIO modo di fare formazione. Quindi si, è assolutamente condivisibile il fatto che l’ambito della formazione si è trasformato radicalmente e richiede a noi formatori di adattarsi alle nuove sfide emergenti, ma non solo in termini di cambiamento nelle metodologie didattiche, ma anche lo sviluppo di nuove competenze per soddisfare le esigenze di apprendimento dei partecipanti. Ovviamente non può e non deve mancare, in lezioni sia in presenza che sincrona che asincrona, l’empatia ed il supporto emotivo che ognuno di noi cerca sempre in qualsiasi contesto. Quindi “stop alle lezioni frontali” il mio mantra è: non parte un corso, parte uno “show” fatto di contenuti hard certamente ma anche di tanta umanità ed ascolto!