Caro collega, ti voglio ascoltare!
di Marco Labate
Google, nel 2012, ha avviato un’indagine per determinare cosa rendesse efficiente un team. Lo studio ha analizzato fattori come: formazione, abitudini, coinvolgimento, struttura del team, metodi di incontro e di valutazione.
Il risultato dello studio ha evidenziato che a rendere un team coeso e produttivo era l’equilibrio comunicativo al suo interno.
Sostanzialmente i gruppi più efficaci condividevano un ambiente propenso all’ascolto, dove lo scambio di informazioni veniva favorita da una migliore sensibilità al contesto sociale e al garantire rispetto per tutti i punti di vista.
I membri di questi team si sentivano liberi di contribuire senza timori di essere giudicati o ignorati.
Questa ricerca ha dimostrato che l’ascolto attento non è solo importante ma rappresenta una competenza basilare nell’ambiente lavorativo.
I risultati di questa ricerca ci suggeriscono che il compito del management aziendale, e in particolare degli HR manager, è quello di favorire la comunicazione efficace in un ambiente in cui i dipendenti vengono ascoltati.
Un ambiente dove non è strano sentirsi dire: “Caro collega ti voglio ascoltare!”.
Secondo recenti studi, le persone ascoltano fino al 55% della loro giornata. Se prendiamo in esame l’ascolto sul posto di lavoro, un’altra ricerca ha dimostrato che dedichiamo circa il 40% del tempo a questa attività, che in realtà, in assenza di un’adeguata formazione, corrisponde al 25% di ascolto realmente efficace, il resto del tempo non viene considerato produttivo. Questo coinvolge sia l’ascolto di contenuti che relazionale.
Fermiamoci allora un attimo a ricordare a quante volte questa settimana di lavoro abbiamo ascoltato veramente i nostri colleghi o collaboratori.
Anche i più bravi ascoltatori riconosceranno che non riusciamo a farlo sempre: seguiamo ritmi frenetici, abbiamo scadenze da rispettare, riunioni o appuntamenti che si aggiungono allo stress e ai problemi personali.
Ascoltare in modo attivo gli altri, al lavoro e non solo, richiede attenzione e significa accogliere gli altri e non sempre abbiamo l’energia e il tempo per farlo.
Saper ascoltare: una soft skill fondamentale
La capacità di comunicare rientra nelle soft skill e comunicare con successo ci permetterà di contribuire al nostro successo, a quello del nostro team e dell’azienda.
Secondo uno studio effettuato dall’Università di Harvard, l’85% del successo sul posto di lavoro è attribuito alle soft skill e solo il 15% alle hard skill.
Sul posto di lavoro la capacità di ascolto è sicuramente una delle skill comunicative più importanti.
Nell’ascolto coinvolto ed efficace, chiamato genericamente “attivo”, l’ascoltatore sospende l’ascolto di sé e attiva l’ascolto per gli altri, privo di giudizi o comportamenti che ne ostacolino la corretta esposizione di chi parla.
L’ascoltatore attivo è accogliente e pronto ad ascoltare profondamente non solo parole e significati ma anche il linguaggio non verbale e il contesto emotivo, in modo assertivo ma senza voler imporre alcuna posizione o pensiero: ascolta per ascoltare e per capire, non ascolta per rispondere!
Un ascolto difficile da gestire e per alcuni difficile da praticare, soprattutto in un ambiente frenetico e competitivo come quello lavorativo. Per questo motivo è molto importante: perché quando ricevuto, sentiamo il senso di vicinanza e di accoglienza che delle volte (in alcuni casi spesso) non riceviamo in un rapporto di lavoro.
L’ascolto attivo, cosi come altre competenze legate alla comunicazione efficace nelle relazioni può essere appreso e migliorato.
Ascoltare è una competenza da imparare e sviluppare a lavoro.
Una soft skill necessaria a tutti i livelli, soprattutto manageriale. Chi sa ascoltare sa comunicare: ci permette di comprendere gli stati d’animo e le necessità personali o di team attraverso un ascolto profondo e interessato ci permette di creare relazioni solide con i colleghi. Un’abilità in grado di renderci persone, professionisti e leader migliori!
L’ascolto è per sempre!
La comunicazione efficace in azienda facilita la cooperazione e crea un ambiente di lavoro che incoraggia la partecipazione e l’apertura al confronto, l’ascolto delle problematiche e la comprensione delle esigenze, e genera degli effetti positivi per l’organizzazione.
- In ambito professionale l’ascolto attivo è importante per migliorare la comunicazione ed evitare i conflitti. Quando la comunicazione funziona, si evitano le incomprensioni e di conseguenza molti errori a vantaggio della produttività e dei risultati.
- Un’organizzazione che ascolta permette di mantenere i talenti in azienda e per questo motivo creare un buon ambiente comunicativo costituisce un fattore essenziale per la gestione delle risorse umane. Un lavoratore felice trasferisce la positività ai nuovi colleghi. Inoltre l’impatto positivo dei collaboratori felici contribuisce a una maggiore coesione tra i team.
- Un ambiente accogliente dove viene praticato un ascolto sincero migliora la soddisfazione dei lavoratori facendoli sentire “a casa”, in grado di dire la propria e di esprimere liberamente la creatività.
- Un lavoratore che si sente sostenuto e ascoltato rende meglio e il suo legame con il brand e il team si rafforza. I dipendenti sono i primi promotori dell’azienda.
***
Letture consigliate:
- Marco Labate, “ASCOLTABILITY: Guida all’ascolto efficace” – Self Publishing (22 febbraio 2023)
- Plutarco, “L’arte di ascoltare (e di tacere)” – Garzanti (2018)
- Edgar H. Schein “L’arte di far domande. Quando ascoltare è meglio che parlare” – Guerini Next (2014)
- Dale Carnegie, “Come diventare un comunicatore eccezionale” – Bompiani (2019)
- Daniel Goleman “Intelligenza sociale. Entrare in sintonia con gli altri per costruire relazioni felici” – Rizzoli (2007)
- Franco Nanetti, “Assertività ed emozioni. Manuale di formazione integrata alla comunicazione efficace” – Pendragon (2008)
Questo articolo è offerto da:
altri articoli di questo autore