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Saper comunicare: la necessaria abilità del Formatore

di Risorse Umane HR

Il formatore possiamo definirlo come colui che, con proprie proprie competenze e proprie capacità, riesce a trasferire delle nuove conoscenze ad pubblico definito.

Indipendentemente da chi si trova a rivestire il ruolo del formatore, sia esso un professionista che un manager d’azienda, per riuscire in questo compito, deve necessariamente entrare in sintonia con il proprio pubblico per riuscire a comunicare la formazione.

Al formatore può capitare di incontrare un pubblico non propriamente a target rispetto all’argomento che deve insegnare, ad esempio, quando nel gruppo ci sono delle persone poco interessate all’argomento, oppure con problemi di rivalità nei suoi confronti o quando il suo grado di autorevolezza non gli viene riconosciuta. 

In questi casi, la possibilità di entrare in rapport viene rimessa alle abilità del formatore, il quale si avvarrà di  alcune strategie prese in prestito dalla Programmazione Neuro Linguistica (PNL).

Il presupposto di partenza è che il tipo di comunicazione utilizzata dal formatore durante una sessione di formazione, deve essere quanto più adeguata a quella del suo pubblico.

Utilizzando una metafora, dovrà comportarsi come se dovesse comunicare ad un bambino: dovrà abbassarsi per mettersi al suo pari.

Secondo gli studi effettuati da Richard Bandler, uno dei padri fondatori della PNL, le persone che sono in sintonia durante una conversazione, tendono a rispecchiarsi e ad adottare un modo di comunicare, verbale e non verbale, molto simile.

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Volendo creare sintonia nei confronti di una sola persona, come nel caso di una seduta di coaching, il formatore può utilizzare inizialmente la tecnica del ricalco, cioè rispecchiare il tipo di comunicazione, verbale e non verbale, utilizzata dal suo formando.

Successivamente, il formatore lo potrà guidare a sé, al proprio modo di comunicare, fino al raggiungimento della sintonia perfetta.

Di fronte ad un pubblico, il formatore deve invece saper comprendere dall’inizio quale tipo di comunicazione predomina nel gruppo (visiva, cinestesica, auditiva).

Per ottenere questo, stimolerà una comunicazione verbale, come ad esempio, chiedendo ad ogni singolo partecipante di presentarsi raccontando un breve aneddoto.

Questo, molto probabilmente, innescherà un dibattito fra i partecipanti.

Dal dialogo, il formatore acuto saprà cogliere la caratteristica di comunicazione dominante del suo pubblico e ne adeguerà di conseguenza il suo tipo di comunicazione durante l’intervento.

In ogni caso, l’uso di un linguaggio misto, cioè multisensoriale, è una tecnica che un bravo formatore sa mettere in atto in modo tale da riuscire a catturare l’attenzione di tutti i formandi, riuscendo così a comunicare la formazione.

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