l candidato ideale, quali sono le caratteristiche preferite in azienda

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Il candidato ideale, quali sono le caratteristiche preferite in azienda

di Antonio Signorello

I millenial e la generazione X rappresentano le nuove leve per le aziende, contraddistinte da soft skills particolari come l’apertura al cambiamento, oltre che la dimestichezza con il mondo social e digital.

Queste caratteristiche sopra menzionate permettono di individuare il candidato ideale, intendendo con ciò la risorsa adatta a ricoprire un determinato ruolo.

Fino a qualche tempo fa, uno dei criteri rappresentativi per reclutare la persona ideale, faceva riferimento al livello di intelligenza posseduto dalla risorsa (QI) misurata attraverso test specifici come quello di Galton, basato sulla percezione.

Le aziende inoltre consideravano anche la tipologia di istituto nel quale si è conseguito il titolo formativo.

Al giorno d’oggi le soft skills fondamentali da valutare sono: motivazione, intelligenza emotiva, personalità, attitudine a utilizzare al meglio le facoltà razionali di cui gli individui sono dotati. Nel loro insieme queste competenze trasversali vanno allenate giornalmente in ogni contesto dal lavoro alla cerchia sociale.

Il presente contributo analizza quali sono le caratteristiche del candidato ideale che le aziende ricercano nei vari candidati, quando si avvia un processo di selezione. 

La motivazione sta in capo, poiché rappresenta l’energia vitale che giornalmente ci permette di svolgere le nostre mansioni, per questo va indagata attraverso strumenti durante il colloquio con la risorsa che ci troviamo davanti, ad es: perché si è candidato per questo ruolo? Cosa sta ricercando?

La risposta data fornisce preziose informazioni utili per la valutazione finale. 

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La motivazione come leva di produttività

L’attività di selezione ha necessità di poter spiegare con maggiore obiettività quali scelte operare nei termini di valutazione dei candidati incontrati.

La psicologia dell’organizzazione ci permette di aiutare chi si occupa di selezione del personale, uno di questi criteri che permette di valutare il profilo da noi individuato è costituito dalla motivazione. 

Perché dovrei assumere te? Questa domanda rappresenta il focus motivazionale, perché individuare persone che desiderano ottenere il successo lavorativo costituisce uno dei pilastri dei processi di selezione. Ogni individuo è spinto da due motivazioni quando cerca impiego:

  • Bisogno economico di soddisfare i beni primari;
  • Necessità di realizzarsi e di conseguire il successo.

Il precursore degli studi sulla motivazione, McClelland, era convinto che gli individui hanno un numero limitato di movimenti innati sensibili agli incentivi naturali, e la motivazione permette di rendere disponibili questi movimenti (bisogni).  

Durante l’intervista il selezionatore con domande mirate deve comprendere che tipo di motivazione desidera il candidato, bisogno economico oppure crescere, quindi come si vedrebbe tra un paio di anni.

Tra le domande troviamo: perché ti sei candidato per questa opportunità? Come ti vedi tra un anno? Cosa stai cercando?

La risposta conseguente da il quadro generale sul possesso della motivazione o meno da parte della persona. 

La motivazione non è l’unica caratteristica ideale, frutto della situazione pandemica si inserisce nella lista anche l’apertura del cambiamento da parte del candidato, la flessibilità ed autonomia lavorativa rispetto agli obiettivi che vengono assegnati e quindi le strategie utilizzate per raggiungere i KPI che vengono assegnati.

Le caratteristiche del candidato ideale: talento, apertura al cambiamento

Il covid ha fatto implodere nuove competenze e professionalità, soprattutto in alcuni settori. Questo ha inasprito la concorrenzialità, generando la caccia al talento di cui da qualche anno si parla.

Cosa si intende per talento? Predisposizione, abilità innata di un individuo a eccellere in una determinata disciplina o attività.

Puntando al fattore potenzialità, le aziende attraggono individui con potenziale, con un duplice obiettivo: da una parte dare merito alle competenze, mentre dall’altra il miglioramento dell’employer branding aziendale. Per individuare tale persone, occorre adottare metodologie esplorative molto affinate che vadano oltre il Curriculum.

Infine l’apertura al cambiamento, la cui reazione è diversa da individuo ad individuo. Può succedere che alcuni di noi inibiscono l’apertura alle novità, mentre altri le accettano.

La paura ad aprirsi al cambiamento genera stress ed ansia, oggi ad esempio stiamo ancora vivendo un mondo del lavoro in continuo mutamento, dove le competenze di flessibilità sono richieste, ma di cui pochi ne sono in possesso.

Assumere persone invece propensi al cambiamento riduce il rischio di un eventuale abbandono alla prima tipologia di problema che potrebbe presentarsi in azienda.

In conclusione non esiste il candidato ideale, ma le caratteristiche valoriali tipici di una determinata azienda da ricercare nel candidato per quella determinata opportunità, come quelle viste sopra.

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Antonio Signorello
Sono un Digital HR e Psicologo del lavoro iscritto all'Ordine della Regione Sicilia, sostenitore del Digital & dello Smart working. Ad oggi mi occupo di Selezione e Gestione profili ICT. Amo viaggiare fin tanto da creare il Blog "Travelling Sicily". Mi definisco una persona proattiva, empatica e amante delle collaborazioni professionali. Appassionato del mondo delle risorse umane, mi interfaccio continuamente con esperti startupper in tema di new business.

 

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