Burnout, i sintomi dello stress
Si è sempre pensato che la sindrome da burnout colpisse le professioni in ambito sociale: educatori, insegnanti, medici, infermieri e tutte le professioni socio-sanitarie. Negli anni si è giustamente capito che le persone affette da questa sindrome si trovano praticamente in ogni categoria lavorativa, con sintomatologie apparentemente diverse ma che nel profondo sono tutte legate al “non benessere” della persona.
di Costanza Gallina
Tuteli il tuo benessere psico-relazionale? Soffri di stress? Pensi di star vivendo un momento in cui non sei più in grado di svolgere il tuo lavoro come hai sempre fatto? Ti senti logorato dalla quotidianità?
Il burnout comporta esaurimento psico-fisico, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale.
Il soggetto in causa tende a sfuggire l’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con assenza di entusiasmo ed interesse, provando frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone che lo circondano, ad esempio i colleghi d’ufficio.
Il burnout si accompagna spesso ad insonnia e depressione. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale ma poi vengono con facilità trasportati nella vita privata, tra gli affetti familiari e dei propri cari che non riconoscono più la persona con cui hanno sempre avuto relazioni comunicative, affettive e amicali.
“Non ne posso più, mollo tutto e parto con un aereo che mi porti lontanissimo da qui e dalla mia vita attuale!”
Di la verità, quante volte ti è capitato di pronunciare frasi come questa?
Quali fattori ambientali portano ad esaurirsi?
- Sovraccarico lavorativo: la persona percepisce un carico di lavoro eccessivo o il tipo di lavoro non è adatto, il carico emotivo diventa eccessivo.
- Senso di impotenza: il soggetto ritiene di non avere più strategie valide per raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
- Insufficiente controllo sulle risorse: l’individuo percepisce di avere insufficiente controllo sulle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro.
- Riconoscimento inadeguato sul posto di lavoro: il soggetto percepisce di ricevere un riconoscimento inadeguato per il lavoro svolto.
- Senso di abbandono: quando crolla il senso di appartenenza comunitario all’ambiente di lavoro.
- Assenza di equità: non viene percepita l’equità nell’ambiente di lavoro.
- Valori contrastanti: Non condivisione dei valori aziendali da parte della persona.
- Scarsa retribuzione
- Ore straordinarie: mal retribuite o gratuite.
- Ambiente esterno stressante.
- Competizione.
- Incomunicabilità tra reparti e tra ruoli.
Atteggiamenti emotivi della persona affetta dalla sindrome di burnout:
- Atteggiamenti negativi verso gli altri
- Atteggiamenti negativi verso di sè
- Atteggiamenti negativi verso il lavoro
- Atteggiamenti negativi verso la vita
- Insoddisfazione lavorativa
- Calo dell’impegno sul posto di lavoro
- Riduzione del benessere personale
- Salute vacillante
Le quattro fasi della sindrome da burnout:
- L’entusiasmo idealistico: sarebbe bello e piacerebbe a tutti se nel mondo non ci fossero guerre, se tutte le persone vivessero in condizioni di pace ma se pretendiamo di farcene carico solo noi, come esseri unici e autonomi non “avremo vita emotiva lunga”.
- Carichi di lavoro e di stress eccessivi: il soggetto inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa. L’entusiasmo, l’interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.
- La frustrazione: il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato.
- L’apatia: l’interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente.
Le strategie per far fronte al burnout
La prevenzione o il superamento di una situazione di burnout non può prescindere da un reale cambiamento delle condizioni in cui lavora l’operatore. L’organizzazione deve creare un clima di lavoro positivo, attraverso l’analisi dei bisogni, delle motivazioni dei lavoratori, tenendo presente i cambiamenti culturali, i ruoli e le competenze professionali. Garantire un clima che sia gratificante per il lavoratore significa gestire il suo carico emotivo, favorendo la promozione del BENESSERE psicofisico e prevenire problematiche relative allo stress lavoro-correlato.
Esistono delle strategie di prevenzione, che ogni azienda dovrebbe mettere in atto, con l’ausilio di formatori esperti, per evitare che i suoi dipendenti vadano incontro a burnout.
Il primo passo è sempre quello di una valutazione del clima aziendale attraverso questionari o interviste, per indagarne i bisogni, i punti di forza e di debolezza.
Una volta stabilito questo, si andrà ad intervenire su diversi livelli, attraverso percorsi di formazione, lavorando su vari aspetti.
GLI OBIETTIVI
Definire obiettivi chiari, specifici, realizzabili, misurabili nel tempo e nella effettiva realizzazione, è il primo passo per una gestione consapevole del lavoro. Adottare nuovi obiettivi, realistici e a breve termine, aiuta a sviluppare tecniche di gestione e aumenta la gratificazione.
L’AUTONOMIA
Sviluppare l’autonomia del personale e quindi la capacità di auto gestirsi e direzionare il proprio lavoro è uno dei punti chiavi per l’aumento della motivazione interna della persona, che sarà dunque più motivata a svolgere i suoi compiti.
L’IMPORTANZA DELLA NARRAZIONE:
Una strategia per far fronte allo stress e aumentare la propria consapevolezza è la scrittura. Tenere un’agenda giornaliera su cui appuntarsi gli impegni aiuta ad accrescere le capacità organizzative e ad avere la situazione sotto controllo. Anche tenere un diario del benessere, su cui riportare gli eventi positivi che ci accadono durante la giornata, è un buon metodo per combattere lo stress, focalizzandosi sui punti di forza e sulle risorse a nostra disposizione, concentrandosi su ciò che avviene di positivo.
L’ASSERTIVITA’
La capacità di comunicare efficacemente. Che non significa solo saper esporre le proprie idee ma ascoltare l’altro prima di tutto e far valere poi le proprie idee, usando un tono non autoritario con un atteggiamento di collaborazione.
La comunicazione è la base di ogni rapporto e di ogni relazione efficace.
LA RESILIENZA
Ovvero la capacità di far fronte e reagire efficacemente a tutti gli eventi, anche stressanti, che ci si pongono davanti. Non lasciarsi sopraffare dalle situazioni spiacevoli. Accrescere questa capacità, andando a lavorare sui punti di forza che ogni persona possiede, e facendoli emergere, è di fondamentale importanza per il benessere psicofisico della stessa.
Per concludere…
Il burnout dovrebbe essere affrontato, ad un primo livello, con la prevenzione; tuttavia le condizioni intrinseche e alcune distorsioni su cui si basa l’attuale modello organizzativo del lavoro non permettono di ottenere efficaci risultati in questo senso.
Il focus attentivo degli interventi è dunque sui fattori di promozione della salute che possono aiutare la persona a far fronte alle situazioni. L’obiettivo è un PROCESSO che permetta a tutte le persone di esercitare una maggiore autodeterminazione sulla propria salute con strategie per misurare le proprie competenze e incoraggiando quegli aspetti positivi del se’ che esistono in potenza e necessitano di aiuto e sollecitazione per assumere lo stato di REALI PUNTI DI FORZA.
Un intervento preventivo, infatti, è quello che dovrebbe venire adottato dalla tua azienda e dalle organizzazioni, nell’ottica di una nuova cultura del lavoro.