L’OCSE avverte: la crescita rallenta. E il lavoro? Tocca alle Imprese e HR reagire

L’OCSE avverte: la crescita rallenta. E il lavoro?

Tocca alle Imprese e alle HR reagire

Marzo 2025 – Il Rapporto interinale OCSE di marzo 2025, Steering through Uncertaintè [1] lancia un messaggio chiaro: il rallentamento dell’economia globale è in atto, e con esso aumentano le barriere commerciali, l’instabilità geopolitica e le pressioni inflazionistiche.

Una situazione che impone ai professionisti HR, alle aziende e ai fornitori di servizi per il lavoro una riflessione profonda: come prepararsi a un contesto più incerto e meno espansivo?

Ecco i punti chiave da conoscere e gestire oggi, per non farsi cogliere impreparati domani.

1. Creazione di lavoro in rallentamento

Le nuove stime OCSE indicano una crescita del PIL globale che passa dal 3,2% nel 2024 al 3,0% nel 2026.
Questo rallentamento può tradursi in un ritmo più lento nella creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto nei settori legati al commercio internazionale.

 Per gli HR: sarà fondamentale rafforzare strumenti di workforce planning e analisi predittiva dei fabbisogni occupazionali.

2. Salari, inflazione e il rischio di squilibri

La pressione sui costi, generata dall’aumento dei dazi, rischia di alimentare l’inflazione, soprattutto nei servizi, già elevata.
In parallelo, i salari nominali restano sostenuti. Il risultato? Un quadro complesso per chi deve bilanciare costo del lavoro, competitività e retention.

Per le aziende: serve una strategia retributiva più flessibile, basata su benchmark di settore, politiche di total reward e attenzione all’equità interna.

3. Skill upgrading: l’urgenza non si riduce

L’OCSE conferma: riqualificazione e upskilling saranno fattori chiave per garantire resilienza e competitività.
L’adozione accelerata dell’AI potrà generare produttività, ma solo se supportata da:

  • Infrastrutture digitali adeguate
  • Investimenti nella formazione
  • Competenze digitali e soft skills diffuse
 Per chi offre formazione: è il momento di proporre percorsi personalizzati, flessibili e integrati nei processi aziendali.

4. Impatti settoriali: non tutti i comparti reagiranno allo stesso modo

Secondo l’OCSE, settori come automotive, macchinari e attrezzature subiranno l’impatto maggiore dai nuovi dazi.
Ne conseguiranno possibili ristrutturazioni, riconversioni e nuove sfide gestionali.

 Per i consulenti HR e le direzioni del personale: sarà fondamentale accompagnare il cambiamento con piani di outplacement, formazione mirata e supporto al reimpiego.

5. L’Italia: crescita debole, competenze deboli

Il PIL italiano è previsto crescere dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, con salari reali ancora inferiori ai livelli pre-pandemia.
Il mercato del lavoro appare più solido rispetto al passato, ma le sfide restano:

  • Bassa produttività
  • Gap nelle competenze
  • Reskilling insufficiente
⇒ Per HR e aziende italiane: occorre guardare oltre l’emergenza e costruire una visione strategica, basata su: Dati di Performance, Cultura Organizzativa Adattiva, Investimenti su persone e Tecnologie

Conclusione: non farti sorprendere dal futuro

Il rapporto OCSE non lascia spazio a interpretazioni ottimistiche: il mondo del lavoro sarà sempre più condizionato da dinamiche globali instabili.

Per chi opera nell’ambito HR, non basta più gestire l’oggi. Serve progettare il domani con competenze, visione e strumenti concreti.

 

In RisorseUmane-HR Club approfondiremo questi temi, offrendo anche strumenti, white paper e webinar per affrontare scenari globali complessi con una visione concreta e italiana.

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[1] Prospettive economiche dell’OCSE, Rapporto intermedio, marzo 2025

 

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