Leadership: qual è lo stile vincente?
di Manuela Rossini – PEOPLEwellBe
È ormai nota, in un mondo in continua evoluzione e con il crescente aumento della competitività nel mercato del lavoro, l’importanza che l’uomo riveste all’interno delle aziende, essendo la fonte di maggiore sviluppo in grado di garantire il successo aziendale.
A dimostrazione di ciò, numerosi studi hanno confermato come un’attenta gestione del capitale umano sia un requisito fondamentale nel determinare il livello di rendimento di una qualsiasi prestazione, dalla più semplice alla più complessa.
Nello specifico, lo psicologo e professore Elton Mayo (1930) dimostrò, attraverso studi su alcuni gruppi di operai, il legame tra relazioni, motivazioni e rendimento, giungendo alla conclusione che se si instaurano all’interno del gruppo di lavoro delle relazioni positive, esse genereranno un clima di apertura e di fiducia attraverso cui si potrà sviluppare l’aumento di produttività.
Il cardine di ogni gruppo, al fine di attuare un’attenta gestione dei collaboratori con un conseguente aumento della produttività, è il Leader.
Il cardine di ogni gruppo, al fine di attuare un’attenta gestione dei collaboratori con un conseguente aumento della produttività, è il Leader. Share on XMa quali requisiti deve possedere un buon leader e cos’è la leadership?
La leadership è l’arte di motivare un gruppo di persone ad agire per raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Il raggiungimento di un obiettivo è possibile, però, solo se il leader è in grado di ispirare gli altri e promuovere la collaborazione ma, soprattutto se, si prende carico della soddisfazione lavorativa, del successo e del benessere delle persone che lavorano con lui.
La leadership è, quindi, un processo sociale che porta una persona ad essere in grado di influenzare i pensieri, gli atteggiamenti e i comportamenti degli altri attraverso un approccio umano, mediante l’utilizzo di metodi quali la motivazione, la comunicazione, la responsabilizzazione e la creazione di obiettivi comuni.
Infatti, possedere un vasto bagaglio di competenze professionali aggiornato e approfondito nel proprio settore anche se fondamentale, non è sufficiente, perché in realtà rappresenta soltanto una piccola parte di quelle che sono le caratteristiche che dovrebbe possedere un profilo preposto al coordinamento di un gruppo.
Data l’importanza che questa figura riveste all’interno di ogni organizzazione, oltre a individuare i propri leader, è imprescindibile comprendere quale stile di leadership sia il più efficace e produttivo dal momento in cui gioca un ruolo decisivo nella vita lavorativa quotidiana e contribuisce anche a un buon risultato aziendale.
E in effetti, ci sono numerosi e differenti modi per gestire un team e, a seconda della situazione e dell’obiettivo, sono richieste competenze diverse.
Secondo il modello di leadership situazionale elaborato da Hersey e Blanchard esistono 4 stili di leadership. Ognuno di essi può essere più o meno efficace, a seconda della situazione, ed è applicabile in funzione dei livelli di maturità del collaboratore, di orientamento al compito e alla relazione del leader. Nello specifico, i 4 stili sono: direttivo, persuasivo, partecipativo, delegante.
Caratteristica dello stile direttivo è la presa di decisione dall’alto. Infatti, le decisioni, una volta prese dal leader, unico a pianificare il lavoro da svolgere, non sono opinabili e vengono comunicate ai collaboratori, i quali devono limitarsi a eseguire il compito che è stato loro assegnato. La comunicazione è, quindi, unidirezionale. Questo stile è caratterizzato da un alto orientamento ai compiti e da un basso orientamento alle relazioni. Secondo il modello di leadership situazionale, tale stile si applica quando il contesto impone che certe scelte non siano discutibili e quando i componenti del proprio team sono persone entusiaste e impegnate la cui competenza, però, non è ancora adeguata.
Lo stile persuasivo, invece, è caratterizzato da una comunicazione bidirezionale. Infatti, il leader definisce ruoli e mansioni ma ascolta e tiene in considerazione le indicazioni e i consigli espressi dai suoi collaboratori, cercando idee e suggerimenti. In questo caso, sono presenti un alto orientamento ai compiti e un alto orientamento alle relazioni. Lo stile persuasivo rappresenta lo stile più efficace nei casi in cui alcuni collaboratori posseggono una competenza adeguata ma non si impegnano sufficientemente. Inoltre, spesso hanno bisogno di supporto ed elogi per accrescere la loro autostima e partecipare nel processo decisionale per ristabilire il loro impegno.
Quando la responsabilità e il controllo della struttura del lavoro viene demandata ai singoli e i compiti non vengono definiti minuziosamente dal leader, il quale partecipa al lavoro dei collaboratori, supportandoli e incoraggiandoli, intervenendo solo in caso di necessità, si sta utilizzando uno stile partecipativo. Questo stile è caratterizzato da un basso orientamento ai compiti e da un alto orientamento alle relazioni, e per questo, risulta lo stile più efficace da adottare con collaboratori che posseggono la competenza necessaria ma mancano di sicurezza e motivazione.
L’ultimo, lo stile delegante, è caratterizzato da un basso orientamento ai compiti e da un basso orientamento alle relazioni. Infatti, il leader fornisce le linee guida generali ed è coinvolto nelle decisioni ma i collaboratori, competenti, altamente motivati e sicuri delle proprie capacità, sono autonomi, hanno pieno controllo e si rivolgono al manager unicamente in caso di bisogno. È adatto, dunque, quando i propri collaboratori posseggono competenze notevoli, un elevato senso di maturità e impegno e sono, perciò, in grado di lavorare su un progetto autonomamente.
Appare chiaro, quindi, che non esiste un unico stile di leadership vincente ma è necessario, per rispondere alle diverse esigenze e situazioni, adottare lo stile più efficace. È fondamentale, dunque, individuare all’interno della propria azienda la persona in grado di fronteggiare al meglio le differenti circostanze, la persona che possiede le competenze necessarie al fine di modificare, quando necessario, lo stile di leadership per guidare in modo ottimale il proprio team, ovvero il “buon” leader.
#PEOPLESKILLS
PEOPLESKILLS, protocolli scientifici di valutazione delle competenze, sono nati allo scopo di fornire alle aziende un sistema strutturato di procedure al fine di svolgere una valutazione delle competenze del personale oggettiva ed efficace, valorizzando le capacità individuali e promuovendo sviluppi coerenti con le esigenze aziendali. Infatti, i protocolli PEOPLESKILLS adottano un impianto scientifico solido derivante dall’utilizzo degli orientamenti della Psicologia del Lavoro e delle Risorse umane e dall’interazione con la Psicologia Clinica, la Psicologia della Formazione e dell’Orientamento.
Finalità dei Protocolli PEOPLESKILLS sono censire le competenze («sapere, saper essere, saper fare») e il potenziale in funzione dell’ottimale impiego delle stesse, migliorare le prestazioni, orientandole verso il conseguimento degli obiettivi aziendali, individuare la consistenza ottimale delle risorse umane ed eventuali necessità di incremento attraverso la formazione del personale esistente o il reclutamento di nuove risorse.
Nello specifico, permettono di analizzare il contributo fornito dal candidato, in termini di competenze e comportamenti organizzativi, attraverso un Protocollo Scientifico, al fine di rispondere alle specifiche esigenze dell’azienda con l’applicazione di criteri omogenei di valutazione.
I Protocolli di Valutazione più frequenti, tra i quali è possibile scegliere il più aderente alle esigenze aziendali, valutano la struttura di personalità, l’intelligenza emotiva in un setting lavorativo, le capacità organizzative e di problem-solving, gli stili di leadership, mindset e quoziente dell’agilità digitale, la motivazione nei contesti lavorativi, i valori professionali, la capacità di giudizio situazionale e orientamento al cliente, attenzione concentrata, misura e gestione della rabbia, il benessere psicofisico correlato allo stress, le abilità elevate e le potenzialità manageriali, il ragionamento deduttivo, la flessibilità cognitiva e il ragionamento critico.
Punti di forza di PEOPLESKILLS sono gli standard scientifici e omogenei sui quali è basato e la somministrazione del protocollo scientifico da parte di valutatori esterni, evitando così errori di valutazione. Inoltre, può essere affiancato alle valutazioni tradizionali aziendali al fine di valutarne l’efficacia valutativa.
Dopo la misurazione scientifica delle competenze, viene fornito un report di valutazione individuale per il candidato e un report per l’azienda con i gap da colmare eventualmente nella fase Develop.
Nello specifico, la fase Develop è composta da appositi training e coaching in aula o mediante la piattaforma e-learning, Empowerment cognitivo on line e Mindfullness on line.
Infine, viene fornita all’azienda la possibilità di scegliere se e quando ripetere il Protocollo Scientifico di Valutazione, per la verifica delle competenze acquisite e in progress.