La relazione tra energia e leadership
di Manuela Rossini – Federica Cominelli
Secondo Heike Bruch e Bernd Vogel, ricercatori nell’ambito della leadership, l’energia organizzativa si può definire come la forza con la quale lavora un’azienda, a livello di team o reparto. Più nello specifico, l’energia è la misura nella quale, un’organizzazione e/o un team, ha messo in campo il proprio potenziale emotivo, cognitivo e comportamentale per perseguire gli obiettivi richiesti dall’organizzazione.
In questa prospettiva, l’esercizio della leadership richiede l’utilizzo di una quantità di energia piuttosto elevata in quanto dovrebbe fare da motore e modello per l’attivazione dell’energia di tutti i propri collaboratori.
Ma cosa vuol dire, in concreto, l’essere un modello per i propri collaboratori?
Spesso ci sarà capitato di sentir dire che un imprenditore, un manager o un politico hanno carisma o che una persona venga definita un “leader naturale”.
Interrogandoci su questo aspetto, ci renderemmo conto che non è così facile dare una risposta razionale. Molto è frutto di sensazioni che non riusciamo a spiegare; di fatti, tutti gli esseri umani hanno una propensione naturale a farsi un’idea immediata delle persone che ci troviamo di fronte semplicemente osservandoli e ascoltandoli.
Tenendo in considerazione questo, ci renderemo conto che il successo di un leader non è solo il risultato delle competenze specifiche di quest’ultimo in un determinato settore ma dipende anche, in larga parte, dalla sua capacità di trasmettere informazioni, energia ed emozioni, sia internamente che esternamente al proprio team di lavoro e, inoltre, usando altri tipi di “linguaggio” oltre a quello verbale.
Riguardo ciò, gli studiosi della comunicazione sostengono che il 60% delle informazioni passi attraverso il linguaggio del corpo (non verbale), che il 30% dipenda dagli elementi paraverbali della comunicazione (tono della voce, velocità dell’eloquio, ecc.) e che solo il 10% dipenda invece dalle nostre parole.
Fatta questa premessa, come possiamo potenziare la nostra leadership in modo tale da poter aumentare l’energia del Team, favorire il team building e migliorare i risultati lavorativi?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo concentrarsi su una delle componenti fondamentali per l’attività di leadership: l’Energia.
L’energia
All’interno del dizionario della lingua italiana, l’energia viene definita come “atto operativo”, “la potenza dell’organismo”, “l’aumento dell’azione vitale di una parte del corpo”. La parola “Energia” deriva dalla parola greca ἐνέργεια (energheia), termine usato da Aristotele per identificare un’azione efficace.
Trasportando queste definizioni sulla figura di un leader efficace, questo dovrebbe essere percepito dai propri collaboratori come forte, concreto e vitale. Il suo linguaggio del corpo dovrebbe essere solido, fermo, attento al suo interlocutore e dovrebbe fare uso di uno stile di comunicazione assertivo.
Questa prospettiva ci permette di inquadrare l’energia come la capacità necessaria ad un leader per agire efficacemente nel mondo nel quale agisce e di risvegliare e accendere l’entusiasmo e l’energia nei propri collaboratori in modo da portarli alla realizzazione degli obiettivi che egli stesso pone al proprio team.
Volendo chiarire ancora meglio quale debba essere la posizione del leader dotato di energia, dovremmo provare ad immaginarcelo come un prode condottiero che si schiera in battaglia insieme alle proprie truppe, non sta in disparte e manda avanti i propri collaboratori ma dà l’esempio, si pone come modello e si espone in prima persona per il raggiungimento ottimale degli obiettivi prefissati.
L’energia, però, da sola non basta a fin ché il leader venga percepito come un “leader efficace” dai propri collaboratori. Quest’ultima, infatti, deve essere parte di un insieme di abilità di cui il leader deve essere dotato per motivare e gestire al meglio i propri collaboratori.
Energia e Leadership
L’energia che il leader dovrebbe possedere, e che dovrebbe trasmettere ai propri collaboratori, deve essere necessariamente accompagnata da una serie di abilità e strumenti che gli permettano, innanzitutto di comprendere sé stesso e, conseguentemente, di comprendere i propri collaboratori, i loro stili di comunicazione, il loro sentire individuale, il loro livello di motivazione e la loro capacità di interfacciarsi con gli altri componenti del team di lavoro.
La buona notizia è che tutte queste abilità possono essere apprese o migliorate.
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