Diversità, equità e inclusione alla radice: è tempo di riconoscere la diversità STEM
a cura di Mariagrazia Perego, 3M Diversity & Inclusion Advocate
Milano, 9 febbraio 2023 – I governi, le aziende e gli individui di tutto il mondo stanno affrontando importanti sfide sociali, tra cui il cambiamento climatico, la recessione economica e la digitalizzazione di quasi tutti gli aspetti della nostra vita. In questo contesto, si tende a relegare diversità, equità e inclusione e a trattarle come questioni secondarie: non lo sono affatto!
Affrontare le sfide descritte sopra dipende dall’ingegno umano e dall’unione di talenti eccezionali con competenze scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) in grado di creare soluzioni e migliorarle. Tuttavia, attualmente si registra una carenza di queste competenze in settori chiave e il numero di talenti STEM che entrano nel mondo del lavoro non è sufficiente. Le donne, in particolare, sono una parte significativamente sottorappresentata della forza lavoro STEM e, soprattutto, una fonte di potenziale non utilizzata per colmare il divario di talenti.
Rappresentanza: aumenta la mancanza di donne che intraprendono percorsi STEM
L’Europa fatica ad attrarre le ragazze nell’istruzione STEM e, di conseguenza, le donne nei lavori STEM. Nonostante le donne superino gli uomini come studenti e laureati a livello di laurea e master, solo il 33% dei laureati in materie STEM in Europa è di sesso femminile e, peggio ancora, si stima che entro il 2027 le donne rappresenteranno solo il 21% dei posti di lavoro nel settore tecnologico1.
Non si tratta solo di un numero inferiore di donne che entrano in un settore altrimenti stabile, ma si prevede anche che il deficit di talenti tecnologici in Europa raggiungerà quasi i 4 milioni, sempre entro il 2027. È chiaro che, le aziende che si affidano alle competenze STEM, dovrebbero investire di più per rivolgersi ai gruppi sottorappresentati che sono scoraggiati dal perseguire una carriera nel settore.
Mettere la diversità al centro della crescita tecnologica
La tecnologia si sta innovando a un ritmo disarmante, con nuove soluzioni in campi come il cloud computing, l’intelligenza artificiale generativa e l’informatica, che stanno completamente ridisegnando le modalità di interazione tra aziende e consumatori. Si potrebbe pensare che, in questi momenti molto dinamici, la creazione di competenze diversificate sia fondamentale per ottenere il massimo valore dalla tecnologia. Al contrario, la ricerca mostra che la percentuale di donne che lavorano in questi settori ad alta crescita è, addirittura, inferiore alla media di tutti i ruoli STEM1.
Un’indagine del nostro 3M State of Science Index ha rilevato che il 78% degli intervistati in Italia ritiene che i gruppi sottorappresentati (donne, minoranze etniche/razziali, LGTBQ+, persone a basso reddito o che vivono in aree rurali) siano una fonte di potenziale inutilizzato nella forza lavoro STEM.
Quando si affrontano tecnologie nuove e complesse, è essenziale assicurarsi i talenti più qualificati e creativi e questo significa, senza dubbio, che le minoranze sottorappresentate, come le donne, le persone LGBTQ+ e quelle appartenenti a gruppi etnici diversi, dovrebbero essere coinvolte e incentivate a dare il loro contributo.
Promuovere le STEM come carriera, dall’asilo nido alla fiera del lavoro
Per comprendere l’attuale deficit di donne nelle carriere STEM, dobbiamo analizzare le ragioni per cui le donne e le ragazze rinunciano a entrare nel settore. In definitiva, la dissonanza inizia nei contesti educativi, dove le ragazze non sono incoraggiate a seguire le materie scientifiche, né sono circondate da modelli di ruolo femminili. Se l’attività STEM viene scoraggiata a livello scolastico, è chiaro che non verrà considerata un’opzione di carriera valida.
In 3M, un’area chiave della nostra attività di advocacy è l’enfatizzazione del legame tra educazione scientifica e occupabilità. In Italia, la partecipazione a programmi come #IamRemarkable, InspirinGirls e 4 Weeks 4 Inclusion ne sono un esempio. A questi si aggiunge il contributo che 3M e dipendenti, tutti volontari, apportano continuamente per inspirare giovani studentesse a creare quel legame tra scienza e costruzione della carriera fin dalla tenera età, come il programma Pop-up STEM Lab con l’associazione Kairos, o ancora il 3M Visiting Wizard per condividere la magia della scienza con gli studenti, attraverso dimostrazioni scientifiche ed esperimenti pratici.
L’11 febbraio le Nazioni Unite celebrano la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nelle discipline STEM, in accordo all’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, e con l’occasione le aziende del settore scientifico e tecnologico devono riflettere sulla diversità delle loro pipeline di talenti. In futuro dovremo impegnarci tutti a:
- migliorare la promozione delle donne all’interno delle carriere STEM, anche attraverso il mentoring;
- presentare e valorizzare le donne leader nei settori STEM, affinché fungano da modello per la prossima generazione di talenti;
- cambiare la mentalità per vedere le donne e altri gruppi sottorappresentati come la chiave per porre fine alla carenza di competenze e sbloccare il prossimo passo nell’innovazione STEM.
L’11 febbraio le Nazioni Unite celebrano la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nelle discipline STEM, in accordo all’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, e con l’occasione le aziende del settore scientifico e tecnologico devono riflettere sulla diversità delle loro pipeline di talenti. In futuro dovremo impegnarci tutti a:
- migliorare la promozione delle donne all’interno delle carriere STEM, anche attraverso il mentoring;
- presentare e valorizzare le donne leader nei settori STEM, affinché fungano da modello per la prossima generazione di talenti;
- cambiare la mentalità per vedere le donne e altri gruppi sottorappresentati come la chiave per porre fine alla carenza di competenze e sbloccare il prossimo passo nell’innovazione STEM.
Siamo alle solite: la premessa dell’articolo dice bene su quanto incidano gli eventi “destabilizzanti” per fare economia di risorse e progetti su ciò che, in realtà, non è per niente trascurabile. Mi riferisco ai temi sul genere, sulla parità – tutta, dalla retribuzione alla carriera – sull’inclusione…e potremmo dire anche, sul rischio di povertà culturale e di perdita di talenti.
Sì, perché ogni rischio nasconde un’opportunità, quindi tra le pieghe dei pregiudizi ricorrenti si accendono di fatto delle luci nuove che illuminano gli “opportunisti” lungimiranti: per loro “donna è vantaggioso”, oppure “il talento va scoperto”, oppure “la diversità è un valore”, e a prescindere dai tempi che corrono.
Il futuro delle competenze è nelle mani di questi innovatori “contro-corrente”, affinché non si lasci nessuno indietro, soprattutto quando si scopre che le caratteristiche specifiche legate ai requisiti di diversità non sono un impedimento ma un vantaggio, “sconosciuto” fintanto che non viene ufficialmente sdoganato dai confini culturali.
L’articolo poi si focalizza sulle cause di come, in particolare, le figure STEM vedano un calo di presenze delle donne non solo attuale ma anche, ahimè, futuro. L’influenza culturale tendenzialmente a favore degli uomini “più prestanti”, la difficoltà di un molteplice ruolo della donna nel contesto sociale – mamma, educatrice, assistente di cura, lavoratrice -, gli scarsi esempi, seppur magistrali, di donne-eroine che hanno sfidato limiti e inibizioni…sono i segnali forti che la strada è dura e insidiosa.
Ben vengano iniziative come quelle citate nell’articolo, in particolare “#I AmRemarkable” mette in luce un pregiudizio nel pregiudizio, e che per fortuna riguarda tutti, uomini o donne: nel sollecitare a “rompere i pregiudizi” parla di “Sindrome dell’impostore. Stereotipi. Cultura” come deterrenti nel promuovere i propri successi e quindi “promuoversi” in quanto esempio e prova di un cambiamento che ha avuto successo. Siamo forse di fronte a un caso di “parità”?