Baby Boomer e Gen Z: quando il ‘Grind’ incontra il ‘Chill’
Dialogo intergenerazionale nel mondo del lavoro
di RisorseUmane-HR.it
Parliamo di Baby Boomer e Gen Z e di come queste due generazioni interagiscono nel contesto lavorativo.
Nel mondo del lavoro contemporaneo, infatti, una riunione tra generazioni diverse non è più soltanto un semplice incontro di menti, ma anche un vero e proprio scontro di linguaggi, visioni e valori.
Da una parte, troviamo i Baby Boomer, con il loro approccio focalizzato su stabilità, sacrificio e dedizione totale alla carriera; dall’altra, i giovani della Gen Z, che portano con sé un bagaglio di parole come “mood” (atmosfera o stato d’animo), “slay” (eccellere o avere successo) e “chillare” (rilassarsi), oltre a una mentalità completamente diversa, più attenta all’equilibrio tra vita professionale e personale.
Il risultato è un dialogo intergenerazionale spesso interessante e a tratti persino esilarante, che, se gestito con intelligenza e apertura, può trasformarsi in una preziosa occasione per creare team più forti, innovativi e creativi.
In questo articolo: |
La Gen Z e il loro linguaggio: non solo slang, ma una visione del mondo
Per la Gen Z, il linguaggio è molto più di uno strumento di comunicazione. È un mezzo per esprimere non solo idee, ma anche identità, valori e appartenenza. Termini come “cringe” (imbarazzante) e “flexare” (vantarsi), non sono semplici espressioni gergali, ma rappresentano una vera e propria filosofia di vita. Ad esempio, il termine “chillare” incarna il desiderio di affrontare le sfide con serenità, eliminando lo stress non necessario, un approccio che spesso si scontra con la mentalità delle generazioni precedenti.
I giovani portano anche un approccio pragmatico e innovativo al lavoro: vogliono raggiungere risultati concreti, ma non sono disposti a sacrificare la loro salute mentale o il tempo libero. Come dicono spesso: “No cap” (non sto scherzando), il loro obiettivo è vivere bene e lavorare con senso. La loro attenzione al work-life balance si traduce in una ricerca di esperienze professionali che li facciano sentire realizzati non solo sul piano economico, ma anche su quello personale.
I Baby Boomer e la loro visione di grindare
I Baby Boomer, al contrario, sono cresciuti con l’idea che il successo si ottiene solo con impegno, sacrificio e fatica. Per loro, il lavoro non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma un valore intrinseco, una vocazione. Il loro motto potrebbe essere: “Se non stai “grindando” (lavorando duramente), non stai facendo abbastanza”. Questa mentalità li porta a interpretare termini come “chillare” un invito alla pigrizia o alla superficialità.
E quando un giovane collega della Gen Z definisce un progetto “cringe”, il rischio è che il Boomer, ignaro del significato, pensi che si tratti di un apprezzamento tecnico o, peggio, che non dia peso alla critica costruttiva nascosta dietro il termine. Questa differenza di prospettiva, se non gestita con sensibilità, può creare incomprensioni e attriti, ma anche opportunità di crescita reciproca.
Quando Baby Boomer e Gen Z si incontrano
Immaginiamoci (paradossalmente) una riunione aziendale, in cui collaborano membri di generazioni diverse:
- Gen Z: “Ragazzi, questo progetto mi sembra molto basic, ma se aggiungiamo qualche idea creativa e lo flexiamo un po’, diventa super fire!”
- Boomer: “Basic? Va bene, quindi pensi che sia semplice e funzionale? E cosa intendi con ‘flexare’? Non mi sembra il momento di esagerare con l’elasticità. E ‘fire’? Vuoi dire che ci sono problemi di sicurezza?”
Un’altra situazione potrebbe essere la pianificazione di un evento:
- Gen Z: “Questo evento dovrà essere una cosa epica. Pensavo a una location che dia vibes pazzesche e una playlist che spacca. Tipo un mood super chill, ma con un tocco hype.”
- Boomer: “Epica? Non pensavo stessimo organizzando una battaglia. E per vibes intendi l’atmosfera? Ok, ma cosa sarebbe il tocco hype? Serve una playlist o parliamo di strumenti tecnici?”
Queste situazioni “esagerate” rappresentano tuttavia le difficoltà e il potenziale del dialogo intergenerazionale tra Baby Boomer e Gen Z. Tuttavia, dietro queste divergenze linguistiche si cela una grande opportunità: imparare gli uni dagli altri. Le nuove generazioni possono insegnare ai Boomer a essere più flessibili ed adattarsi ai cambiamenti, mentre i Boomer possono trasmettere ai giovani colleghi l’importanza della perseveranza, dell’etica del lavoro e della resilienza.
Baby Boomer e Gen Z: come colmare il gap comunicativo
Superare queste differenze richiede una mente aperta, empatia e una sana dose di umorismo. Ecco qualche suggerimento per favorire il dialogo tra Baby Boomer e Gen Z:
- Creare un glossario aziendale: perché non raccogliere i termini più usati da entrambe le generazioni e condividerli in modo leggero e ironico? Questo può essere un esercizio divertente e utile per favorire la comprensione reciproca.
- Valorizzare le differenze: la Gen Z può insegnare ai Boomer a sfruttare al meglio le tecnologie digitali e a essere più creativi, mentre i Boomer possono offrire ai giovani colleghi lezioni pratiche di leadership e resilienza.
- Coltivare il rispetto: al di là delle parole, è fondamentale riconoscere il valore delle esperienze e delle prospettive di ciascuno, creando un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo.
- Organizzare workshop intergenerazionali: eventi formativi in cui le generazioni possano condividere competenze e punti di vista.
Baby Boomer e Gen Z: uniti nella diversità
Alla fine, la vera sfida non è eliminare le differenze, ma trasformarle in un punto di forza. Come direbbe la Gen Z, se shippiamo la creatività e l’energia dei giovani con l’esperienza e la saggezza dei Boomer, il risultato sarà sicuramente slay. Questo approccio può portare a innovazione, inclusione e successo, sia per i singoli individui che per le organizzazioni.
E, forse, un giorno i Boomer scopriranno che chillare non è poi così male, mentre la Gen Z potrebbe imparare che grindare con dedizione, alla lunga paga. Nel frattempo, possiamo solo goderci le incomprensioni linguistiche e culturali, ricordando che il vero valore sta nella volontà di costruire qualcosa insieme: senza cringe, ma con un mood decisamente gasato. No cap.
***
Risorse aggiuntive
Glossario dei termini usati della Gen Z
- AFK: acronimo di “Away From Keyboard”, significa “lontano dalla tastiera”, utilizzato per indicare una temporanea assenza da dispositivi elettronici.
Al Fly: espressione che significa “al volo” o “velocemente”.
Amïo: “amore”, usato come vezzeggiativo per una persona cara.
Amo Noi: espressione che celebra un gruppo affiatato, traducibile con “siamo noi” o “ci rappresenta”.
Bae: acronimo di “Before Anyone Else”, usato per indicare una persona speciale, come un fidanzato o un caro amico.
Basic: banale o poco originale.
Bestie: termine per indicare la migliore amica o amico, derivato da “best”.
Blastare: sconfiggere, umiliare o dominare qualcuno in una situazione o competizione.
Boomer: termine per indicare persone più anziane o con atteggiamenti fuori moda, spesso in opposizione alla Gen Z.
Bufu: acronimo di “By Us Fuck U”, usato per indicare indifferenza o disprezzo verso qualcosa o qualcuno.
Catfish: persona che utilizza una falsa identità online per ingannare gli altri.
Chillare: rilassarsi o affrontare qualcosa con calma.
Cringe: imbarazzante o fuori luogo.
Crush: persona per cui si prova una forte attrazione o una “cotta”.
Drama: situazione drammatica o conflittuale.
Drip: sinonimo di “stiloso”, utilizzato per indicare qualcuno con un look alla moda.
Droppare: pubblicare o rilasciare qualcosa, come un nuovo album, o abbandonare un’attività.
Fire: qualcosa di straordinario o eccellente.
Flexare: vantarsi o mostrare qualcosa con orgoglio.
Friendzonare: relegare qualcuno alla “zona amicizia” senza ricambiare un interesse romantico.
Ghostare: sparire senza spiegazioni da una relazione o una conversazione.
Grind / Grindare: lavorare duramente e con costanza per raggiungere un obiettivo.
Hype: grande entusiasmo o aspettativa.
Lowkey: discretamente o segretamente, senza enfatizzare troppo.
Mood: atmosfera o stato d’animo.
No Cap: non sto scherzando.
Normie: persona che segue le mode mainstream, spesso usato in modo dispregiativo.
Ok Boomer: risposta ironica a critiche o commenti percepiti come antiquati.
POV: acronimo di “Point of View”, utilizzato per indicare il punto di vista in video o situazioni.
Shippare: sostenere o approvare una relazione romantica, reale o immaginaria.
Slay: eccellere o brillare in qualcosa, spesso utilizzato come complimento.
Snitchare: fare la spia o rivelare informazioni segrete.
Stan: fan ossessivo o devoto di qualcosa o qualcuno.
Triggerare: provocare una reazione emotiva forte, spesso negativa.
Vibes: atmosfera o sensazione che un luogo o una situazione trasmette.
Woke: essere consapevoli o attenti a temi sociali, politici o culturali.
Potrebbero interessarti anche questi articoli:
- Saremo all’altezza? Generazione Z e vertici manageriali | Cosimo Daniele Vitale
- YOLO Economy, Mercato del Lavoro e Sfide per gli HR
- L’evoluzione dei Sognatori: dal fenomeno degli Yuppie alla Great Resignation
- Dal “Perché dovrei assumerti” al “Perché dovrei scegliere la vostra azienda” | Cosimo Daniele Vitale
- I nuovi ingressi in un team | Mariateresa Roperto
- Generazione Y e Z: 5 modi per attrarre i giovani in azienda | Alessandra Bidetti
- Vivere il presente è la nuova priorità dei lavoratori? I Risultati della nostra Survey
- Quanto Vale il Tuo Lavoro? Percezioni e Risultati di una Survey
- Autonomia, Senso di Scopo, Benessere: una richiesta ignorata dalle aziende?
- Nudging: la spinta gentile che migliora la performance dipendenti
- Boomers contro Millennials. 7 bugie sul futuro e come iniziare a cambiare
- Le nuove generazioni al lavoro: sfide e dialogo intergenerazionale | LinkedIn
- Valutazioni professionali: generazioni a confronto | Cosimo Daniele Vitale
Libri consigliati
- Generazione Z e lavoro. Vademecum per le imprese e i giovani
- Playthebrain© Neuroscienze al Lavoro.
- Active ageing in azienda. Trasformare i lavoratori senior da problema a opportunità
- HR Le nuove frontiere
- Managing by generation. Come adattare lo stile di leadership e favorire l’integrazione
- Millennials e oltre! Nuove generazioni e paradigmi manageriali
- Oltre la Leadership. Considerazioni sulle difficoltà applicative delle strategie di gestione moderne