L’attore Elio Germano, in una recente dichiarazione, ha suggerito l’idea di includere la recitazione tra materie di insegnamento a scuola: «Bisognerebbe fare teatro nelle scuole, perché l’esercizio di mettersi nei panni degli altri ci può far diventare una società migliore». Lo sviluppo delle soft skill, come la comunicazione e l’ascolto, è un fattore determinante del percorso di maturazione dell’essere umano: tramite queste competenze è in grado di affrontare positivamente la vita e di partecipare attivamente in un contesto relazionale, rispettando il multiculturalismo e collaborando all’evoluzione di una società più inclusiva e attenta al benessere sia individuale che collettivo.
E se la scuola e le aziende insegnassero l’ascolto?
Potremmo ricevere così una formazione specifica su come utilizzare l’ascolto per ottenere quei benefici fondamentali per lo sviluppo personale, professionale e sociale, quali: perfezionare la capacità comunicativa e di apprendimento, migliorare la cooperazione e il sostegno alle persone, potenziare la crescita e le prestazioni professionali, saper affrontare i problemi e i cambiamenti continui della vita.
Del resto, iniziamo a impegnarci nell’ascolto molto prima di qualsiasi altra forma di comunicazione. È solo dopo aver ascoltato per mesi da bambini che iniziamo a praticare consapevolmente le forme di espressione più complesse. Il lavoro straordinario che il nostro sistema neuronale esegue ogni volta che ascolta è indispensabile non solo per conoscere le persone e acquisire informazioni ma per tante altre funzioni, come lo sviluppo del linguaggio e della memoria. Perfezionare la nostra abilità di ascoltatori in età scolastica e successivamente nell’ambito lavorativo ci permetterebbe di dare continuità al nostro percorso di crescita nella comunicazione e nelle relazioni.
Iniziative di successo: Google e International Listening Association
Google, nel 2012, ha avviato un’indagine interna che determinare cosa rendesse efficiente un team. Sono stati coinvolti quasi duecento team analizzando un gran numero di fattori: formazione, hobby, abitudini, coinvolgimento, struttura del team, metodi di incontro e di valutazione. Nel 2015, alla fine della ricerca, lo staff di esperti, psicologi, statistici, sociologi e ingegneri, ha determinato che a rendere un team coeso e produttivo era l’equilibrio comunicativo al suo interno. I membri avevano tutti uno spazio equo per esprimersi e la comprensione delle emozioni era più alta, attraverso tutti i canali, verbali e non. In sostanza, i gruppi più efficaci e di successo condividevano un ambiente propenso all’ascolto nel quale lo scambio di informazioni veniva favorito da una migliore sensibilità all’ambito sociale e al garantire rispetto per tutti i punti di vista. I membri di questi team si sentivano liberi di contribuire senza timori di essere giudicati o ignorati. Questa ricerca, come altre effettuate di recente, ha dimostrato che l’ascolto attivo non è solo importante, ma rappresenta una competenza basilare e quindi una “materia da studiare” perché studenti e lavoratori, imparandone i princìpi e le tecniche fondamentali, ne facciamo un uso corretto.
L’International Listening Association (ILA)[1], associazione internazionale dell’ascolto, fondata nel 1979 da R. Nichols, promuove lo studio, lo sviluppo e l’insegnamento dell’ascolto e la pratica di tecniche di ascolto efficaci. L’ILA è impegnata nella diffusione della cultura dell’ascolto attraverso una rete mondiale di professionisti e organizzazioni che si scambiano informazioni, inclusi metodi di insegnamento, esperienze di formazione e materiali, perseguendo la ricerca nel campo dell’ascolto. Nichols, ha dedicato gran parte della sua carriera nello studio e lo sviluppo nel campo dell’ascolto. Grazie al lavoro di Nichols e di altri ricercatori il campo della formazione sull’ascolto ha ricevuto una forte spinta fino a raggiungere lo stato attuale. Secondo Nichols chi vuole primeggiare nell’arte oratoria e di persuasione deve prima sviluppare la propria capacità di ascolto. Durante le sue ricerche effettuate presso l’Università del Minnesota, a metà dello scorso secolo, sono state testate le capacità di ascolto di una classe di matricole. I risultati positivi ottenuto da chi aveva seguito dei corsi specifici sulle tecniche di ascolto, hanno incoraggiato lo sviluppo di un programma composto da ricerca, programmi educativi, pubblicazioni e libri che hanno aiutato una moltitudine di individui e organizzazioni a diventare migliori ascoltatori.
Formare Ascoltatori Attivi
Secondo il Minnesota Listening Model l’ascoltatore deve conformarsi alle esigenze delle cinque fasi del processo di ascolto: ricevere, comprendere, valutare, ricordare e rispondere. Un ascoltatore efficace deve ascoltare e identificare i suoni del discorso, comprendere il messaggio, valutare criticamente quel messaggio, ricordare ciò che è stato detto e dare un riscontro (verbale e non) alle informazioni che ha ricevuto. Chi ascolta deve: saper valutare il contesto migliore; applicare stile, tecniche e un approccio specifico per l’ascolto che sta prestando; rendere l’interazione immune il più possibile da distrazioni e interferenze.
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L’Arte e la Scienza dell’Ascolto
L’ascolto può essere insegnato e tutti, nel campo dell’ascolto, devono concentrarsi sull’opportunità di alzare il livello della ricerca e dell’insegnamento per soddisfare il bisogno dell’uomo di capire ed essere compreso. Ancora adesso l’ILA è impegnata perché l’ascolto mantenga il ruolo e il posto legittimo al tavolo della comunicazione in tutti i settori: istruzione, affari, governo, chiese, assistenza sanitaria, circoli finanziari, militari, scienza, comunità internazionale e media.
Educare all’ascolto efficace e allenare l’abilità di ascoltare è determinante per saper padroneggiare la comunicazione. L’ascolto ha il potere di valorizzare la comunicazione, senza di esso o con un ascolto sbagliato, anche il più bravo oratore non riesce a trasmettere la sua idea e le sue doti persuasive saranno vane.
Ascoltare attivamente per migliorare le relazioni e le prestazioni, sia nella società che nei team di lavoro, rappresenta una competenza cruciale, come illustrato in modo chiaro e convincente dall’articolo di Marco Labate.
Molti, inclusi manager aziendali, spesso confondono il comunicare “a” (atto di informare) con il comunicare “con” (scambio comunicativo). Tuttavia, praticare l’ascolto attivo non è affatto semplice. Perciò, in mancanza di un adeguato percorso formativo, è necessario che la formazione successiva colmi questa lacuna.
Sebbene abbia frequentato numerosi percorsi formativi, ho notato che pochi di essi si concentrano sull’apprendimento pratico e immediatamente applicabile. Molto spesso, si rimane ancorati a teorie di ampio respiro sull’importanza della comunicazione. Tuttavia, esistono numerosi strumenti, tra cui la realtà virtuale, che possono essere utilizzati per esercitare e sviluppare queste competenze.
Attraverso collaborazioni tra istituzioni educative e organizzazioni, potrebbero essere sviluppati programmi innovativi volti a creare corsi specifici e risorse educative con un taglio estremamente pratico. Inoltre, potrebbero essere istituiti gruppi di studio o comunità online per favorire lo scambio di esperienze e pratiche di ascolto efficace, promuovendo così la condivisione di risorse e l’apprendimento continuo.
Iniziative di questo tipo possono contribuire significativamente a diffondere una cultura dell’ascolto attivo, migliorando la qualità delle relazioni interpersonali e professionali sia in ambito scolastico che lavorativo.
Gentile Enrica,
grazie per il tuo commento che mi consente di ribadire l’importanza della formazione all’ascolto.
Una competenza associata all’insegnamento della comunicazione ma a volte rilegata come “spalla” e non come uno dei protagonisti. Inoltre l’insegnamento all’ascolto deve avere un orientamento pratico rivolto a comprendere come meglio ascoltare in tutte le condizioni e apprendere come essere ascoltato. Nei miei corsi “Sviluppa la tua Ascoltability” condivido con i partecipanti tutti i principi, le tecniche e gli spunti per un’applicazione costante di quelle azioni che in poco tempo possono diventare quell’abitudine in grado di migliorare la comunicazione e le relazioni.
Credo che ci siano persone più portate e altre memo ma sono fermamente convinto che ognuno di noi può imparare ad ascoltare in modo che gli altri amino parlarci!
Il mio obiettivo è quello di portare questa formazione nelle aziende per dimostrare come la corretta applicazione dell’ascolto sia in grado di garantire risultati e performance per i singoli e per i team. Del resto molte recenti ricerche (Gallup – 2023) hanno dimostrato quanto l’ascolto sia importante per il benessere a lavoro.
Grazie ancora per il contributo!