Quanto ti appassiona il tuo lavoro?
Una (dura) riflessione
di Risorse Umane HR
La passione è quasi indispensabile se vogliamo svolgere bene e con successo una qualsiasi attività: nello sport, negli hobby, nella vita di coppia e anche nel lavoro.
Conosciamo bene cos’è la passione: è quella forza invisibile che ci rende motivati e felici quando svolgiamo ciò che amiamo fare, che non ci fa percepire la fatica ed il senso del tempo trascorso.
Ma la passione con il tempo può anche diminuire, se non sparire del tutto. Ci si sveglia una mattina e “quella” passione non c’è più.
L’entusiasmo che avevamo provato e l’intensità dei momenti quotidiani diventa come un sogno offuscato del quale non rimane che il senso di noia e frustrazione.
In alcuni casi, questo calo di passione non porta a delle conseguenze negative: possiamo abbandonare facilmente dall’oggi al domani il nostro hobby oppure l’attività sportiva senza significative conseguenze.
Ma quando la mancanza di passione è rivolta nei confronti del nostro\a partner oppure al proprio lavoro?
Le soluzioni non sono sempre a portata di mano.
La passione è un elemento che spesso viene confuso con la motivazione ma che da essa differisce, ed in maniera sostanziale:
- la passione nasce spontanea, non è programmata e non è legata ad uno scopo;
- la motivazione nasce invece dall’esistenza di uno uno scopo.
Nel caso del lavoro (e non solo) nessuno si oppone ad appassionarsi a quello che ha già, ma tende inconsciamente a comprimere la passione per quello che non ha; e se questa passione dovesse venir fuori potrebbe significare doversi confrontare con se stessi e con la propria rinuncia piuttosto che con le proprie effettive capacità.
Alcune persone possono persino arrivare ad odiare la passione con il terrore inconscio di perdere il controllo su se stessi.
Nella loro scala dei valori il controllo assume molta più importanza della passione tanto che quest’ultima tenderà poi a non emergere.
Queste paure possono nascere anche da esperienze vissute, non necessariamente uguali o strettamente personali, che ne determinano una “credenza”.
Ecco allora che chi ha assunto questa credenza oppure ha vissuto un’esperienza di forte passione tende, se questa è stata incontrollabile e pericolosa, a non volerla più ripetere, finendo così per rinunciare a vivere al meglio le attività che veramente amerebbe praticare con passione.
E’ vero: non è sempre possibile svolgere ciò che ci appassiona senza dover ricorrere a drastiche rinunce.
Quello che possiamo invece fare è cercare di individuare delle analogie nelle nostre passioni che possano essere adottate nella nostra vita quotidiana, nel nostro lavoro, creando così degli stimoli, delle motivazioni che potrebbero anche sfociare in nuove passioni.
Impossibile?
Forse lo riteniamo tale perché l’abitudine ci fa vedere le cose nel solo modo in cui ci siamo abituati vederle.
E se provassimo a cambiare il nostro punto di vista?