Multilinguismo europeo e mondo del lavoro
di Elisabetta Iacona
Il principio del multilinguismo è sancito dalla Carta dei Diritti Fondamentali[1] che obbliga l’Unione Europea a rispettare la diversità linguistica, proibisce la discriminazione a causa della lingua e prevede il diritto dei cittadini di comunicare con le istituzioni in qualsiasi lingua ufficiale dell’UE. In termini giuridici, il multilinguismo dell’UE si suddivide in tre categorie:
- le lingue originali (autentiche) dei Trattati;
- le lingue ufficiali dell’UE;
- le lingue di lavoro dell’UE.
Inoltre, ogni istituzione può creare le proprie regole interne sulle lingue di lavoro. Il principale atto giuridico che disciplina le lingue ufficiali e di lavoro dell’Unione Europea è il Regolamento N.1 del Consiglio del 1958[2], il quale è stato modificato più volte nel corso degli anni. Attualmente, prevede 24 lingue ufficiali e di lavoro, tra le quali è compreso anche l’irlandese.
L’UE ha costruito il suo quadro normativo linguistico sulla base del concetto di lingua nazionale ed ha riconosciuto come ufficiali le lingue dei suoi Stati Membri. In questo modo, l’UE è passata da 4 a 24 lingue ufficiali in poco più di 50 anni senza quasi alcun cambiamento sulla base giuridica, se non per le modifiche legali richieste dagli ampliamenti stessi. Sebbene il multilinguismo sia un elemento chiave nella costruzione dell’Europa, un pilastro della sua democrazia, non esiste una base giuridica generale per questo principio. Questa è la logica conseguenza del principio di pari autenticità che tutela gli stessi diritti per tutte le lingue e, dunque, le identità nazionali degli Stati Membri.
La sfida principale per l’UE è quella di trovare il giusto equilibrio tra lo sforzo di garantire il multilinguismo e l’uguaglianza delle lingue, da un lato, e tutelare le implicazioni pratiche, istituzionali e di bilancio, dall’altro. Tuttavia, molti sostengono la necessità di una lingua di comunicazione comune a cui la maggior parte degli europei abbia accesso. Questo ruolo, come sappiamo, è ricoperto dall’inglese, che rappresenta la lingua franca più utilizzata in Europa e in molte altre parti del mondo. L’inglese è infatti il primus inter pares del regno linguistico dell’UE. Lo status privilegiato dell’inglese, soprattutto all’interno della Commissione Europea, è stato rafforzato dalla decisione strategica di utilizzare questa lingua in tutti i negoziati con gli Stati membri candidati.
Oggi l’inglese si sta configurando in contesti europei in modo diverso dalle lingue ufficiali degli Stati membri anglofoni, cioè più come lingua franca che come simbolo di identità nazionale. Ufficialmente, però, il suo ruolo non è quello di lingua sovranazionale ma rimane una lingua ufficiale e di lavoro come tutte le altre. Il suo ruolo non è, infatti, sancito da leggi o regolamenti dell’UE, ma è una pratica che, per alcuni, è accettata e portata avanti negli ambienti dell’UE e nella comunicazione internazionale e intranazionale. Questo atteggiamento di “let it be” nei confronti dell’inglese viene dipinto da alcuni come potenzialmente in grado di minare quella stessa diversità linguistica che l’UE ufficialmente difende e sostiene.
Ora, a prescindere dal quadro legislativo della pluralità linguistica, la domanda che rimane è: in un mercato del lavoro sempre più globale e complesso, quali sono i vantaggi del multilinguismo per le aziende e per i dipendenti? Vediamone alcuni.
I vantaggi della comunicazione multilingue sul posto di lavoro
Migliorare la comunicazione e la collaborazione
Il personale multilingue può contribuire ad abbattere le barriere linguistiche tra i dipendenti, favorendo una migliore comunicazione e collaborazione. Questo è particolarmente importante se l’azienda opera a livello internazionale e collabora con diversi Paesi. Quando i membri del team sono in grado di discutere in diverse lingue, possono scambiare idee con un maggior numero di colleghi, trasmettere informazioni importanti in modo più efficace e lavorare meglio insieme per raggiungere obiettivi comuni.
Ampliare la portata del mercato e la presenza globale
Quando i membri del team conoscono diverse lingue, l’azienda ottiene un vantaggio competitivo, potendo rafforzare la propria presenza sul mercato globale. Infatti, un team con eccellenti competenze linguistiche favorisce i rapporti con i clienti, i fornitori ed i partner internazionali.
Incrementare la sensibilità culturale e la soddisfazione dei clienti
Una forza lavoro multilingue è più sensibile alle differenze culturali e consente all’azienda di comprendere e soddisfare meglio le esigenze e le preferenze intrinseche dei clienti provenienti da contesti diversi. Questa sensibilità culturale può rafforzare le relazioni con i clienti contribuendo ad una maggiore soddisfazione e fedeltà.
Sviluppare l’adattabilità e la capacità di risolvere i problemi
Le persone multilingue spesso hanno anche capacità di adattamento e di risoluzione dei problemi uniche, sono in grado di gestire con facilità situazioni interpersonali complesse, di interpretare informazioni provenienti da fonti diverse e di trovare soluzioni innovative alle sfide. L’assunzione di personale con queste competenze può contribuire a creare un ambiente di lavoro dinamico e agile all’interno dell’azienda.
Promuovere la diversità e l’inclusione
L’assunzione di una forza lavoro multilingue promuove la diversità e l’inclusione all’interno dell’azienda, dimostrando di accogliere culture, lingue e punti di vista diversi. La creazione di un ambiente inclusivo può aumentare il morale dei dipendenti, incoraggiare il lavoro di squadra e attirare una clientela più diversificata.
I vantaggi della comunicazione multilingue per i dipendenti
Duplicare la creatività
Il multilinguismo permette di conoscere la cultura e le usanze di un Paese, il che può far nascere nuove idee che a un dipendente monolingue magari non verrebbero in mente. La creatività è generalmente stimolata dall’ambiente in cui l’individuo lavora, quindi un dipendente multilingue tenderà ad avere una mentalità più aperta e ad avere interpretazioni diverse della stessa situazione.
Un alto grado di flessibilità neurocognitiva
Passare regolarmente da una lingua all’altra richiede una certa ginnastica mentale che permette al dipendente di svolgere più compiti contemporaneamente.
Una valida spinta per la carriera
Imparare una lingua può aprire nuove prospettive di carriera. La padronanza di una o più lingue straniere è diventata un requisito essenziale per ricoprire posizioni di responsabilità in alcuni settori di attività a vocazione internazionale. Tra questi, il turismo, l’industria alberghiera, la comunicazione, il marketing, il commercio e le risorse umane.
Per trovare il primo lavoro
Per i giovani laureati alla ricerca della prima esperienza professionale, la padronanza delle lingue straniere è molto importante. Nel mondo di oggi, sempre più globalizzato, sia in termini di scambi commerciali che di interazione politica o culturale, la padronanza di una o più lingue è un trampolino di lancio per la carriera.
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[1] Carta dei Diritti Fondamentali – Lingue
[2] CEE Consiglio: Regolamento n. 1/1958
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Bibliografia sul tema:
- David Lasagabaster, Angel Huguet “Multilingualism in European Bilingual Contexts: Language Use And Attitudes“, Multilingual Matters Ltd, 2006
- The MIT Press, 2016
- “Multilingual Europe: Diversity and Learning“, Trentham Books Ltd, 2008
Sono d’accordo su quasi tutti i fronti: questo articolo è molto interessante e importante perché “risveglia” l’attenzione sul multilinguismo e i suoi effetti positivi sulla crescita in azienda.
Basta ricordare come questa attenzione viene posta – ma anche vincolata – da standard come SA8000 in cui la trasmissione di contenuti formativi, ma anche di comunicazione, deve avvenire in modalità “multilingue”, comprendendo tra queste anche quelle extra-UE.
Non sono molto entusiasta del vantaggio definito “Un alto grado di flessibilità neuro cognitiva” per cui il “Passare regolarmente da una lingua all’altra richiede una certa ginnastica mentale che permette al dipendente di svolgere più compiti contemporaneamente”. Mi chiedo da cosa è dimostrato scientificamente e se questo è davvero riscontrabile come effetto nel breve, medio o lungo termine.
Sulla base di conoscenze di natura glottologica sicuramente lo sviluppo del multilinguismo ha degli effetti positivi sulle capacità mentali in quanto aiuta la formazione di più sinapsi, ma che questo intervenga anche sul “multitasking” di una persona non mi convince. L’argomento avrebbe dovuto essere maggiormente approfondito, soprattutto per i non addetti ai lavori.
Per il momento approvo tutto il resto.