Relazioni industriali e relazioni sindacali
Esiste una tutela per i lavoratori, che possa garantire il rispetto del contratto di lavoro, all’interno di un’azienda privata e/o pubblica?
Chi può curare le relazioni sindacali e/o relazioni industriali all’interno dell’impresa?
Se sorgono dei conflitti, generati o da un dipendente o dal datore stesso, chi se ne può occupare? Come si possono risolvere?
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Le relazioni industriali
Nel settore privato come in quello pubblico, il reparto HR (Risorse Umane) cioè l’ufficio del personale, di solito, cura tutte le attività legate ai lavoratori e alla loro gestione.
Gli incarichi principali sono: il reclutamento, la selezione, la formazione, lo sviluppo, la valutazione, l’aspetto organizzativo e quello legato al contratto di lavoro, gli aspetti giuridici e legali, l’aspetto retributivo ai quali si aggiunge la trattazione di eventuali controversie che possono sorgere in ambito lavorativo. Quest’ultimo insieme di attività prende il nome di relazioni industriali.
In aziende strutturate, di medie e grandi dimensioni, nello specifico esiste una figura professionale, il Responsabile delle relazioni industriali, che si occupa di tutti gli aspetti connessi al rapporto di lavoro del dipendente come: inquadramento, salario, carriera, ambiente lavorativo, diritti e doveri dei lavoratori. Egli interviene instaurando un dialogo tra le parti coinvolte, anche nelle controversie che possono nascere in azienda, cercando di sanare e risolvere le stesse.
Il Responsabile delle relazioni industriali
E’ una figura interna all’azienda e all’ufficio del personale, che mantiene i rapporti di lavoro tra dipendente, datore, controparti sociali. Ha competenze e conoscenze tecnico professionali specifiche; conosce il diritto del lavoro, i contratti nazionali, le norme che regolano la contrattazione, i contenuti (salario, orario, ecc..), i suoi diversi livelli di articolazione, competenze e conoscenze di tipo legale.
Il Responsabile delle Relazioni Industriali possiede, nello stesso tempo, doti relazionali, empatia, capacità di ascolto, problem solving, è un moderatore che sa esercitare al meglio le funzioni di intermediazione e risoluzione dei conflitti.
Il Consulente del Lavoro
E’ una figura esterna all’azienda, spesso un consulente è un libero professionista che interviene nella gestione del personale di un’azienda privata o pubblica, attraverso uno studio professionale.
Si occupa di previdenza ed assistenza sociale, contratti di lavoro, inquadramento del personale, busta paga e contributi. Contemporaneamente, questo profilo cura le comunicazioni e pratiche con i Centri per l’Impiego, la Direzione del Lavoro, l’Inail e l’Inps. Cura le relazioni con le Organizzazioni sindacali, può assistere aziende e privati in sede di contenzioso. E’ laureato, possiede l’abilitazione all’esercizio della professione ed è iscritto all’albo dei Consulenti del Lavoro. Il consulente del lavoro esercita spesso il ruolo del Responsabile delle Relazioni Industriali.
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Le relazioni sindacali
In alternativa o insieme al Responsabile delle Relazioni industriali, possiamo trovare un organismo, chiamato sindacato, a rappresentare i lavoratori ed i propri iscritti durante le trattative inerenti al contratto e inerenti al loro rapporto di lavoro. Questa organizzazione porta avanti le istanze dei dipendenti e cura le controversie che nascono tra loro e il datore stesso, o tra loro ed altri attori coinvolti in azienda.
Queste attività esercitate dalle organizzazioni sindacali sono definite relazioni sindacali.
Il Sindacato
Il Sindacato è un’associazione di lavoratori che nasce ed esiste per la tutela dei diritti e degli interessi di categoria sul posto di lavoro e nell’ambito della società.
Il suo compito è quello di curare e difendere gli interessi ed i diritti degli associati. L’organizzazione sindacale comprende tutti quei soggetti che , in totale libertà, decidono di aderire ad un determinato sindacato per farsi rappresentare. I sindacati nell’ordinamento italiano sono associazioni di privati e nelle organizzazioni aziendali sono formate dai lavoratori stessi che lavorano alle dipendenze di tali imprese.
Lo strumento utilizzato dal sindacato è quasi sempre il Contratto di lavoro e quello di categoria, a cui l’azienda fa riferimento per assumere i propri dipendenti. Nel caso di controversie legate a questi documenti, essi forniscono la base da cui partire per instaurare una trattativa con il datore di lavoro, e al tempo stesso, risolvere queste questioni, entro i limiti di accordi scritti, siglati e vigenti.
Art. 39 della Costituzione Italiana
La Costituzione italiana garantisce il diritto all’organizzazione sindacale del nostro Paese, attraverso l’inserimento dell’art.39.
ART. 39 La Costituzione Parte I Diritti e Doveri dei Cittadini
“L’organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. E` condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.”
L’adesione ad un sindacato da parte del lavoratore è libera, così come riconosce la Costituzione italiana. Con l’Articolo 39, viene riconosciuta la libertà dei cittadini italiani di organizzarsi in un’associazione sindacale o di non aderire a nessuna sigla. Ogni dipendente può decidere in modo autonomo l’associazione a cui aderire, attraverso un rappresentante nella propria azienda o presso la sede di un sindacato.
In Italia esistono diverse organizzazioni sindacali, ognuna con una propria storia, peculiarità e sigla e che attuano approcci differenti nel tutelare e rappresentare i lavoratori.
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La nascita dei sindacati ha uno scopo nobile: i sindacati nascono dal movimento delle società di muto soccorso, ossia associazioni di persone che a fronte del versamento di una quota associativa cercavano di offrire ai propri soci una sicurezza in momenti di disagio, come ad esempio nei momenti di astensione dall’attività lavorativa a causa di infortuni, malattia o per anzianità. Il sindacato quindi nasce con una funzione mutualistica e non tanto rivendicativa inizialmente: chi lavora in quel momento contribuisce a sostenere chi non ha il lavoro.
Grazie Stefania del tuo contributo e della tua precisazione, verissima!!!
Ti invio il link del mio profilo Linkedin con il post dell’articolo, mi farebbe piacere un tuo feedback (like) positivo anche li.
Grazie
Articolo scritto stupendamente, molto chiaro anche per una come me, che si sta appassionando al mondo HR.
Grazie Sabrina del tuo contributo. E’ importante conoscere anche questo aspetto e questi profili che lavorano in ambito HR. In bocca al lupo, resto a disposizione per qualsiasi info ti dovesse servire.
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Grazie