La piramide dei bisogni umani di Maslow applicata al mondo del lavoro
Maslow, tra i principali esponenti della psicologia umanista (movimento culturale sviluppatosi nei primi anni sessanta negli Stati Uniti), profondo sostenitore del potenziale umano e dell’incredibile capacità degli esseri umani di autosvilupparsi e autorealizzarsi, propose un modello motivazionale basato su una gerarchia di bisogni in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è condizione necessaria per fare emergere quelli di ordine superiore.
I 5 differenti tipi di bisogni possono essere rappresentati all’interno di una piramide che, partendo dal basso verso l’alto, possiamo cosi descrivere:
BISOGNI PRIMARI
1. bisogni fisiologici = appartengono a questa categoria i bisogni di natura biologica quali il dormire, il mangiare, il bere, legati strettamente alla sopravvivenza fisica;
2. bisogni di sicurezza = appartengono a questa categoria i bisogni legati all’essere e al sentirsi sicuri e protetti nel proprio ambiente di vita, con le dovute condizioni che garantiscono la sopravvivenza, che riescono a contrastare rischi e pericoli e che permettono altresì di vivere tranquilli e sereni;
BISOGNI SOCIALI
3. bisogni di appartenenza e di affetto = appartengono a questa categoria i bisogni di sentirsi parte integrante di un gruppo sociale, di essere amati e apprezzati, ma anche di amare e relazionarsi;
4. bisogni di stima = appartengono a questa categoria i bisogni di rafforzare ed allenare la propria autostima e la fiducia in sé stessi, in primis ricevendo stima e apprezzamento da chi ci circonda. Tra questi ritroviamo anche il bisogno di formarsi per maturare competenze e ottenere maggiore stima;
BISOGNI DEL SE’
5. bisogni di autorealizzazione = appartengono a questa categoria i bisogni di crescita personale, di autosviluppo e, se vogliamo parlare in termini di coaching umanistico del quale Maslow è tra i pionieri, di autorealizzazione a partire dal creare armonia ed equilibrio tra le 3 sfere (competence, relazionalità e autonomia/autogoverno/cura di sé).
Maslow parte dal principio che un bisogno che non viene soddisfatto crea disagio e tensione.
Deve essere quindi appagato e soddisfatto.
È a quel punto che uno nuovo, posto nel livello immediatamente successivo, inizia a pulsare per essere soddisfatto e appagato e così via fino ad arrivare alla punta della piramide.
Ma mentre nei primi 4 livelli una volta che un bisogno viene appagato e soddisfatto cessa di creare tensione e quindi permette al bisogno successivo di iniziare a pulsare, quelli posti alla punta della piramide necessitano che ci sia una tensione continua, che è appunto quella verso l’autorealizzazione.
Nonostante ci siano certamente alcuni limiti a tale teoria, quali l’aver generalizzato un percorso di bisogni che in realtà è molto individuale e soggettivo e il non aver tenuto conto dei fattori ambientali, essa può comunque rappresentare un ottimo spunto per ragionare in termini di bisogni in un contesto più strettamente legato al mondo del lavoro.
1. Bisogni fisiologici = appartengono a questa categoria, da un lato, i bisogni relativi per esempio al ricevere un salario che permette altresì di soddisfare anche tutta una serie di bisogni fisiologici di base, dall’altro, i veri e propri bisogni fisiologici, la cui soddisfazione non può essere sottovalutata né data per scontata, anche in considerazione del fatto che ancora oggi non è poi così raro ascoltare storie di realtà aziendali in cui persino tale soddisfazione non viene garantita;
2. bisogni di sicurezza = appartengono a questa categoria, da un lato, i bisogni che si riferiscono all’importantissimo e anche in questo caso per nulla scontato concetto di sicurezza sul posto di lavoro, inteso come quell’insieme di norme e comportamenti che garantiscono la protezione del collaboratore e della sua personalità, sia da un punto di vista fisico che psicologico, dall’altro, al concetto ancora molto attuale per esempio di sentirsi sicuri di avere un lavoro e di poterlo mantenere nel tempo;
3. bisogno di appartenenza = appartengono a questa categoria i bisogni di far parte integrante di un gruppo, di un team in cui vengono condivise regole e politiche aziendali, oltre che missione, visione, valori e strategie, in cui si collabora e si raggiungono obiettivi condivisi;
4. bisogni di stima = appartengono a questa categoria i bisogni di sentirsi valorizzati, apprezzati dai colleghi e dai propri capi e qui subentra per esempio il concetto più ampio di incentivi di natura intrinseca ed estrinseca;
5. bisogni di autorealizzazione = appartengono a questa categoria, da un lato, i bisogni relativi al realizzarsi a livello professionale, al fare carriera, al fare il lavoro che piace, che gratifica, che viene ben pagato, che permette di crescere, ecc., dall’altro, ai bisogni di poter riuscire a creare un’armonia ed un equilibrio tra le 3 sfere del coaching umanistico, anche quindi in un’ottica più ampia di work life balance.
Riconoscere l’importanza di soddisfare ed appagare tali bisogni, unitamente al non darne alcuno per scontato sia in termini di presenza che di assenza, deve essere parte integrante di ogni politica aziendale/del personale, anche in considerazione del fatto che un collaboratore motivato e appagato produce meglio e di più e sarà più facilmente un importante alleato nella crescita e nello sviluppo dell’azienda di cui si sentirà parte integrante, “nella buona e nella cattiva sorte”.
Bibliografia:
- Psicologia del lavoro di L.M. Barry e J.P. Huston
- Introduzione alla psicologia della personalità di A. Gennaro
- Master in coaching umanistico – Roma
Questo articolo è offerto da:
Articolo interessante ma forse anche piuttosto generale. Può comunque essere un’ottima base per lo sviluppo di competenze e soft skill da applicare poi nel campo delle risorse umane. Grazie!