come si legge la busta paga

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Come si legge la busta paga – Parte 2

di Alessia Cavaliere

Nel precedente articolo Come si legge la busta paga – Parte 1, sono state analizzate alcune componenti molto importanti di questo documento: l’intestazione, gli elementi fissi della retribuzione o anche detti dati di testata e, infine, la retribuzione minima.

Il corpo della busta paga può essere composto da un numero molto elevato di voci che servono a calcolare quelli che vengono chiamati “imponibile contributivo o previdenziale” e “imponibile fiscale”.

Innanzitutto, all’interno della busta paga devono essere riportati i giorni effettivamente lavorati dal dipendente, le eventuali ferie o malattie e altre voci che possono riferirsi a compensi per trasferte, straordinari, ecc. 

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In particolare, in questo articolo, andremo a spiegare come si arriva al calcolo dell’imponibile contributivo, mettendo in risalto quali sono gli elementi che ne fanno parte e il calcolo dei contributi INPS.

La definizione di imponibile previdenziale afferma che in esso rientrano tutti i beni e servizi ricevuti dal datore di lavoro, in relazione al rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi ritenuta.

Di conseguenza, nel calcolo dell’imponibile contributivo rientrano:

  • La paga base o minimo contrattuale;
  • La contingenza;
  • Il terzo elemento;
  • Elemento distintivo della retribuzione;
  • Scatti di anzianità;
  • Superminimo;
  • La retribuzione per lavoro straordinario;
  • Le indennità di malattia, maternità, infortunio a carico del datore di lavoro;
  • Altri elementi.

Sono esclusi dall’imponibile previdenziali:

  • Le indennità di donazione di sangue, di malattia e di maternità a carico dell’INPS (da non confondere con quelle a carico del datore di lavoro);
  • Gli assegni per il nucleo familiare;
  • Il Trattamento di fine rapporto;
  • Il vitto, distinguendo tra buoni pasto cartacei (importo giornaliero max di 4,00 euro) e buoni pasto elettronici (importo giornaliero max di 8,00 euro);
  • Gli incentivi per l’esodo dei lavoratori;
  • Altri elementi, la cui disciplina può variare a seconda dei casi.

 A questo punto, è possibile effettuare il calcolo delle voci che compongono l’imponibile previdenziale mensile, ma bisogna porsi una domanda: questo importo come va preso? 

Vige il principio dell’arrotondamento: 

  • Per difetto fino a 0,49 
  • Per eccesso da 0,50.

Una volta effettuato l’arrotondamento richiesto, è possibile procedere al calcolo dei contributi INPS attraverso la seguente formula: imponibile previdenziale arrotondato X 9,19% e il gioco è fatto! Il risultato avuto da questa semplice operazione è l’importo dei contributi INPS per il fondo pensione. 

Nel prossimo articolo Come si legge la busta paga – Parte 3, parleremo della retribuzione imponibile ai fini fiscali. Stay tuned!

 

Bibliografia consigliata:

Videocorsi:

 

Questo articolo è offerto da:

Alessia Cavaliere
Master in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane
Mi chiamo Alessia Cavaliere e sono laureata a pieni voti in Economia e Management all’Università di Tor Vergata. La passione e la curiosità che nutro ormai da tempo per il mondo delle Risorse Umane, mi hanno portato ad intraprendere un meraviglioso percorso di crescita professionale ed umana in Gema Business School per diventare una esperta professionista HR!

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