Identità aziendale: cosa succede quando si trascura?

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Identità aziendale: cosa succede quando si trascura?

Il successo e la motivazione di un Team di lavoro dipendono anzitutto da quanto agisce in modo coerente con mission, vision e valori. Ignorarli o tralasciarli comporta importanti ripercussioni pratiche nella vita aziendale.       

di Massimo Fancellu

Anni fa, con una delle prime aziende con cui ho lavorato col Team coaching, ho affiancato il gruppo direttivo dei soci nell’aiutarli a raggiungere due obiettivi che volevano realizzare: riuscire a incontrarsi più spesso e lavorare assieme in modo più efficiente.

Ovviamente, questi due obiettivi erano stati decisi di comune accordo da tutti i soci prima di iniziare il percorso, sulla base dei fabbisogni che avevano espresso durante l’incontro preliminare all’avvio dell’attività di coaching. 

Durante quel primo incontro era emerso, infatti, che l’azienda (una grossa società di progettazione & ingegneria) andava bene, anzi benissimo dal punto di vista numerico (fatturato e quota di mercato) ma risentiva a livello organizzativo di questo “andare un po’ per i fatti propri” di ciascun socio.

Quindi, puntare sul fare più riunioni e confrontarsi per affrontare assieme ogni problematica aziendale era parso a tutti, in quel momento, la cosa migliore da fare. E, infatti, questo è quello che quel gruppo di soci ha imparato a fare man mano, incontro dopo incontro.

Un caso di successo, quindi, di cui poter andare fiero, mi dirai. Non proprio. O, per lo meno, solo in parte.

Come sempre alla fine di un percorso di Team coaching, con l’ultimo incontro siamo andati a tirare le somme del lavoro fatto assieme; e qui, inaspettatamente (e con mia grande sorpresa) è emerso dell’altro.

Tutti i soci, infatti, confermarono di aver raggiunto i risultati operativi fissati all’inizio ma, nonostante questo, quasi tutti non si sentivano soddisfatti, si “sentivano delusi” mi dissero parecchi di loro.

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A quel punto, ho iniziato a fare loro altre domande per capire come mai un gruppo che dichiara di aver centrato gli obiettivi di cambiamento che si è prefisso, si senta poi frustrato anziché raggiante.

Così è emerso ciò che non era mai stato detto prima: pur vedendosi e parlandosi di più, non riuscivano però a sentirsi davvero più uniti, più gruppo, perché non capivano lo scopo, il significato di quel vedersi e parlarsi di più. Cioè, erano stati molto bravi a fare sul piano operativo ma mancava loro il senso di questo loro fare assieme: “non sento tutto questo piacere” confessò qualcuno di loro.

Tutto mi fu più chiaro: quel percorso non aveva funzionato fino in fondo perché mancava qualcosa di indispensabile a monte.

Al gruppo degli ingegneri mancava ancora l’elemento chiave che avrebbe dato valore ai loro risultati e al loro stare insieme: mancava l’identità. Molti di loro, infatti, non avevano o non avevano chiara qual era la visione, la missione, i valori del loro Team direttivo.

L’identità è l’anima di un’azienda; conflitti, rallentamenti, demotivazione sono alcuni dei possibili effetti quando non viene considerata.

L’identità è il livello più profondo, più potente e determinante per la produttività e l’affermazione di un Team aziendale.

Potremmo paragonarla all’anima di una persona: viene prima del corpo, dei suoi pensieri, delle sue emozioni e delle sue azioni. E’ nell’aderire alla propria anima, alla propria essenza, a ciò che si è nel profondo che trova scopo, motivazione tutto il nostro agire. Lo stesso vale per i Team.

Senza scopo, senza motivazione, non c’è azione. O meglio, l’azione può esserci (così come dimostrano i risultati operativi conseguiti dal quel gruppo direttivo di soci) ma ha un effetto emotivo, di gratificazione e di stimolo dubbio, poco incisivo.

Chiariamoci: in genere, un gruppo di lavoro ha già una sua identità; il punto è che “c’è ma non si vede”, o meglio non si conosce, non se ne è consapevoli.
Spesso, ignorare la propria essenza aziendale si riflette negativamente in termini pratici sulla vita lavorativa; infatti, può comportare che:

  • Si fa più fatica a prendere decisioni (sono più lente, si rimandano o, più facilmente, si prendono decisioni sbagliate). Questo accade perché ci si ritrova a brancolare un po’ nel buio e ad andare a sentimento ogni volta che c’è da decidere su qualcosa di nuovo. Partire dall’identità aiuterebbe, in questi casi, a prendere la direzione giusta prima di decidere.
  • I collaboratori non hanno chiaro qual è il loro ruolo e cosa ci si aspetta da loro, non tanto in termini di mansioni operative quanto rispetto all’atteggiamento e all’orientamento che dovrebbero avere per lavorare allineati all’identità dell’azienda.
  • Da persona a persona ci sono risposte diverse allo stesso problema, proprio perché non è chiara la logica, il senso che c’è dietro (per cui ognuno interpreta a suo modo la difficoltà da affrontare); questo porta a incomprensioni, perdite di tempo e anche a maggiori conflitti.
  • Le persone lavorano con poca o nessuna motivazione perché non è chiaro il senso di ciò che si fa.
  • Si resta spiazzati, in balia delle onde quando cambia il vento, quando muta lo scenario di riferimento (di mercato, normativo, tecnologico, produttivo, direttivo…). Infatti, è come se mancasse il filo conduttore, non si ha chiarezza di dove si è e di dove si vuole andare.

Ma quali sono i momenti in cui è più utile lavorare sull’identità aziendale?

Sicuramente, quando il gruppo, assorbito dalla contingenza operativa, non si è ancora preso il tempo e la briga di ragionarci assieme (come nel caso dei miei clienti ingegneri, per intenderci).

Oppure quando il gruppo si trova in una fase importante di cambiamento: ad esempio, perché è cambiato lo scenario, le condizioni in cui l’azienda opera; oppure, perché è cambiata la proprietà o la dirigenza; o ancora, perché c’è stato un rilevante turnover di personale. E così via.

Queste sono tutte situazioni che rimettono in discussione gli equilibri dell’azienda e dei gruppi; perciò, riconsiderare i “vecchi” valori per verificare se e quali sono ancora utili, e se ce ne sono di nuovi da integrare, è una mossa vincente. Spesso, capire quali sono i valori su cui convergono le motivazioni più profonde dei membri di un Team è veramente necessario, quanto una bussola lo è per un marinaio; infatti, è un punto chiave per svoltare e affrontare con successo la nuova fase di vita aziendale.

Per questo, oggi (complice quel mio caso di “successo insuccesso” col Team di ingegneri) non ho più dubbi nel consigliare molto spesso ai gruppi di lavoro di prendersi del tempo per capire qual è l’anima della propria azienda (visione, missione e valori del gruppo). Perché so che questo favorisce tremendamente il sentirsi parte del gruppo; o anche, eventualmente, per permettere a chi è disallineato di decidere se rimanere dentro quel gruppo o andarsene. E anche questo, credimi, è un risultato importante, comunque.

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Massimo Fancellu
Team & Business Coach, Mentor Coach, Formatore.
Coach professionista con credenziali PCC (Professional Certified Coach ) riconosciute da ICF (International Coach Federation); iscritto nel Registro internazionale dei Mentor Coach ICF. Specialista in Teambuiliding & Team coaching per lo sviluppo del lavoro di gruppo (formazione avanzata sui Team d’eccellenza maturata con MensLab Coaching & Training, Future Coaching Academy) e in Outdoor Management Training e attività esperienziali coi Team aziendali (formazione presso lo IEN – Istituto Europeo Neurosistemico di Genova). Ideatore di TEAM IN 3 PASSI, il metodo che - per gradi e senza forzare - trasforma realmente le persone che lavorano assieme in un Team affiatato, motivato e produttivo. Fondatore e Amministratore di Agape Consulting Sas, società che dal 2002 offre servizi di coaching, formazione & comunicazione. Dal 1996 lavoro come formatore in materia di Sviluppo del potenziale umano e comportamenti organizzativi. In particolare, mi occupo di dinamiche di gruppo, sviluppo dei Team aziendali, leadership, comunicazione, creatività e innovazione. Oltre a una Laurea in Economia (Università di Bologna), circa una trentina i master, i corsi e i seminari a cui ho partecipato in più di 20 anni, ad iniziare dal percorso “Formazione Formatori” presso l’ISMO di Milano e il percorso di Coaching con SUN (Success Unlimited Network), la prestigiosa scuola di coaching presente da oltre 30 anni in 5 continenti. Diversi, inoltre, anche i master con trainer di livello internazionale (R.Bandler, R.Dilts, J. Grinder & C. Bostic St Clair, S. Gilligan, E. De Bono). Discipline in cui ho sviluppato più competenze: Team coaching & Teambuilding, PNL e comunicazione ipnotica, Supervisione (osservazione e feedback su comportamenti e processi) e Mentor coaching (il “coaching ai coach” per migliorare il loro modo di fare coaching).

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