Millennials e lavoro: sicurezza o carriera?
Come attuare per i Millennials delle corrette strategie di retention?
di Skill Risorse Umane
I Millennials sono spesso descritti come quelli che continuano a saltare da un lavoro ad un altro.
Secondo il rapporto Gallup, i nati tra il 1980 e il 1996, ovvero la fascia di quelli che oggi hanno fra i 20 e i 35 anni, sono i più propensi a cercare e cambiare lavoro.
Un’indagine che ha coinvolto i giovani impiegati assunti dal 2013 in poi, operanti sia nell’area tecnica che in quella amministrativa.
L’obiettivo era quello di indagare sul vissuto di ogni dipendente, in relazione ad una serie di aree tematiche: cultura aziendale, ruolo ricoperto all’interno dell’organizzazione, relazioni strette con i colleghi (in un’ottica di analisi della comunicazione interna), valori condivisi e livello di identificazione con la mission aziendale.
Attorno a queste cinque dimensioni si è dipanato il lavoro svolto nello scorso mese di novembre e costituito da attività di gruppo, in cui i partecipanti sono stati invitati a concettualizzare pensieri e riflessioni attraverso parole-chiave, prima di condividerli nelle sessioni plenarie.
Ciò che emerge in termini di aspettativa è da ricondurre in particolare al tema della crescita e dello sviluppo, alla necessità di essere adeguatamente retribuiti, di sentirsi stabili e non precari, di vivere un ambiente lavorativo in cui ci si senta riconosciuti e nel quale le relazioni fra colleghi siano positive.
Colpisce la bassa sensibilità sia a «fare carriera» che ad un elemento strettamente correlato ovvero quello legato al prestigio e al riconoscimento.
Maggiore attenzione dunque ai contenuti e meno spinta a raggiungere posizioni apicali.
Come emerso alla domanda «Cosa distingue il nostro ambiente lavorativo?» tutte queste aspettative sono già molto ben corrisposte.
Le persone, sembrano essere molto ingaggiate e animate dalla convinzione che possono trovare ciò che cercano all’interno dell’azienda.
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I risultati dell’indagine
Il processo d’indagine si è avvalso di una serie di metodologie e strumenti tra i quali il focus group: consiste in un’attività in cui chi vi partecipa è esortato ad esprimere le proprie opinioni e considerazioni intorno ad un argomento per l’appunto “focus”, quindi di particolare rilievo; in tal caso ogni partecipante è stato guidato nel percorso con imparzialità ed estraneità al contesto lavorativo ed ha permesso di restituire un alto grado di veridicità nei risultati dell’indagine.
Tale processo ha fatto emergere una fotografia del microcosmo aziendale, dimostrando l’attenzione della dirigenza ad intercettare le esigenze dei collaboratori più giovani, preoccupandosi inoltre di registrare i feedback di quella tipologia di cliente che molto spesso viene trascurata, ovvero il cliente interno.
I risultati hanno riportato uno spaccato decisamente positivo della realtà lavorativa: l’azienda è stata descritta dai dipendenti come ben organizzata a livello gerarchico, sia verticale che orizzontale; ogni ruolo è ben definito e di conseguenza lo sono altrettanto le mansioni ad esso connesse.
Altro punto di forza, emerso nel focus group, è il clima di collaborazione che pervade l’ambiente di lavoro, ottenuto grazie a modalità organizzative flessibili che generano un grado di stress lavoro-correlato molto basso.
Un’importanza centrale è data inoltre al tema dei valori: i dipendenti intervistati riconoscono allo staff dirigenziale l’abilità di comunicare l’orientamento valoriale che colloca al centro la persona, con tutto il bagaglio di bisogni, desideri e aspettative che la definiscono.
Estrema importanza è inoltre riconosciuta alla formazione in tutte le sue forme, considerata quindi un investimento e non una perdita di produttività.
Infine i Millennials hanno posto l’accento anche sul versante retributivo: le politiche attuate dall’azienda sono considerate decisamente migliori rispetto a quelle attuate da altri contesti lavorativi analoghi.